“Oltre la crisi”: Serge Latouche e Carlin Petrini a Bra per Aspettando Collisioni

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Serge LatoucheGiovedì 20 marzo, ore 21 nella Sala Polifunzionale “G.Arpino”

Martedì 11 marzo – 11.50

È uno dei più illustri filosofi economisti in Europa, tra gli avversari più noti dell’occidentalizzazione del pianeta e un sostenitore della decrescita conviviale e del localismo, Serge Latouche sarà ospite di Aspettando Collisioni a Bra, giovedì 20 marzo alle ore 21, nel Centro Polifunzionale “G. Arpino” in Largo Resistenza per una lezione sulla decrescita felice, insieme a Carlin Petrini.

Quasi tutti gli osservatori sono concordi nel ritenere che quella che stiamo vivendo non sia una crisi passeggera o ciclica, ma un radicale mutamento del tessuto socio-economico a livello globale, la fine del capitalismo per alcuni, del sogno della finanza astratta che prescinde dal lavoro, e dell’idea di sviluppo progressivo e illimitato.

 

La crisi sociale, il pericolo ecologico, l’aumento demografico esponenziale e la carenza delle risorse ci stanno dicendo in modi diversi che qualcosa sta cambiando, che un limite sta per essere raggiunto.
Esistono tuttavia paradigmi, idee, modelli economici e sociali che vanno oltre la crisi e in tempi non sospetti l’hanno saputa comprendere. La Decrescita di Serge Latouche, il pensiero agricolo di Carlo Petrini sono insieme analisi e risposte alla crisi.

 

Il pensiero di Latouche che appariva a molti qualche anno fa come una suggestiva trattazione universitaria lontana dalla vita economica reale si rivela oggi più che mai come attuale, e gli scenari previsti dal filosofo francese sono la realtà con cui molti cittadini italiani ed europei devono fare i conti ogni giorno.  Così i concetti di un ritorno all’economia primaria e all’economia con i piedi per terra che solo cinque anni fa sembravano naif si stanno avverando.

 

Non potevamo continuare a pensare” afferma Carlo Petrini “che i badanti dei nostri vecchi dovessero arrivare dal terzo mondo, che l’agricoltura dovesse essere demandata ai macedoni o ai neri trattati come schiavi. Gli italiani, ora che cominciano a sentire la pelle dura, stanno ricominciando a fare lavori sui quali avevano sputato“. C’è una riconversione in atto, che è alla base del concetto di decrescita, di ritorno a una vita agricola e sostenibile, e tutto questo non potrà prescindere dalla necessità di ridare piena dignità al lavoro.

 

Ingresso libero e gratuito

 

Per informazioni scrivere a: [email protected]