Piemonte in controtendenza rispetto alla media nazionale (-0,1%)
Mercoledì 12 marzo – 15.30
Nel 2013 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 41,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 3,8% rispetto al 2012. nValutando le singole performance trimestrali si rileva come l’aumento del valore delle vendite all’estero abbia assunto un’intensità progressivamente crescente: alla variazione del +0,7% del I trimestre 2013 sono seguite quelle del +2,2% e del +5,8% del II e III trimestre.
Nel periodo ottobre-dicembre 2013 l’export piemontese è aumentato del 6,4% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.
Sul fronte delle importazioni, il 2013 registra solo un lieve incremento (+0,6%) rispetto al 2012, risultando pari a 26,9 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale permane, dunque, positivo, raggiungendo i 14,4 miliardi di euro, a fronte dei 13,1 dell’anno precedente.
“Il Piemonte ancora una volta è tra i primi della classe. I risultati positivi dell’export del 2013, e in particolare del IV trimestre, dimostrano ancora una volta la vivacità dei nostri imprenditori, la qualità dei nostri prodotti e l’efficacia delle politiche messe in atto a livello territoriale – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. L’opera di informazione, assistenza e promozione alle piccole e medie imprese che il Sistema camerale e la Regione Piemonte stanno realizzando attraverso il Piano strategico per l’internazionalizzazione sta dando i suoi frutti. Ma non possiamo fermarci qui. Il ‘Made in Piemonte’ deve essere legato a strategie nazionali volte ad agevolare, sviluppare e promuovere i rapporti economici e commerciali con l’estero, in un’ottica di sistema che sappia guardare sempre più lontano”.
L’incremento realizzato dalle esportazioni regionali risulta in controtendenza rispetto al dato medio nazionale (-0,1%). Si rileva un andamento fortemente differenziato per le diverse ripartizioni territoriali: le regioni dell’Italia nordorientale hanno concretizzato il risultato migliore (+2,4%), seguite da quelle del nord-ovest (+0,6%). Le regioni dell’Italia centrale hanno scontato una lieve flessione (-0,7%), che è risultata più intensa per l’Italia meridionale (-4,1%) e soprattutto per le isole (-15,0%).
Nel 2013 il Piemonte è stata la regione che ha contribuito maggiormente a sostenere le esportazioni nazionali, concretizzando una perfomance migliore rispetto a quella registrata dalle altre principali regioni esportatrici: il valore delle vendite all’estero della Lombardia è risultato pressoché stabile rispetto al 2012 (-0,1%), quelli del Veneto e dell’Emilia Romagna sono aumentati rispettivamente del 2,8% e 2,6%. Il Piemonte si conferma, dunque, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,6% delle esportazioni nazionali, in aumento rispetto al 10,2% del 2012.
L’aumento dell’export non ha coinvolto tutti i comparti. Le esportazioni di mezzi di trasporto sono cresciute del 17,5% rispetto al 2012 (incremento sostenuto sia dagli autoveicoli che dai componenti autoveicolari e legato alle politiche industriali dei principali players del settore), tornando a rappresentare il primo settore per rilevanza rivestita sul totale regionale, mentre quella della meccanica, che rappresentano il 19,7% del totale piemontese, sono diminuite del 2,8%. Le vendite all’estero di prodotti alimentari piemontesi, così come quelle di prodotti tessili e dell’abbigliamento sono aumentate rispetto al 2012 (rispettivamente +5,3% e +2,5%). Risulta, invece, particolarmente marcata la flessione scontata dalle esportazioni di metalli e prodotti in metallo (-13,5%).
Analizzando la destinazione delle vendite piemontesi oltre confine, si osserva come il principale bacino di riferimento risulti, anche nel 2013, l’Ue 28, verso cui è diretto il 57,2% dell’export regionale, contro il 42,8% destinato ai mercati extra-Ue 28. La quota detenuta dall’area comunitaria appare in ridimensionamento rispetto al 2012, quando le esportazioni destinate ai mercati dell’Unione europea rappresentavano il 58,9% di quelle complessive. Il continuo ridimensionamento è dovuto alla performance meno brillante delle vendite dirette ai mercati comunitari (+0,7%) rispetto a quelle concretizzate sui mercati extra-Ue 28, aumentate dell’8,2%.
cs