L’assessore alla Cultura e al Turismo di Alba: “Siamo in campagna elettorale e il rischio è che questi dati non possano essere letti con la necessaria oggettività”
Mercoledì 2 aprile – 15.30
I numeri del turismo piemontese hanno decisamente stupito. “Per chi ha presente i numeri del 2013 a Caselle, la relazione sui flussi turistici non può che destare sorpresa, e persino un po’ di incredulità”, ha scritto Angelo Conti su lastampa.it.
Sulla questione è intervenuta, tramite una nota su Facebook, l’assessore alla Cultura e al Turismo di Alba, Paola Farinetti. “L’assessore (Cirio, ndr) prende spunto dalla leggera flessione delle presenze sulla città di Alba (ma dimentica di ricordare il segno + degli arrivi) per alludere a malcelati sottintesi“, si legge, tra le altre. Riceviamo e pubblichiamo:
“L’assessore regionale Alberto Cirio, ha ieri presentato ufficialmente i dati dei flussi turistici piemontesi 2013. Dati sostanzialmente positivi che ci devono inorgoglire. Senonché siamo in piena campagna elettorale e allora il rischio è che questi dati non possano essere letti con la necessaria oggettività. L’assessore prende spunto dalla leggera flessione delle presenze sulla città di Alba (ma dimentica di ricordare il segno + degli arrivi) per alludere a malcelati sottintesi. I giornali gli vanno dietro e titolano: “Alba scende, sale Cuneo”. E allora, col mio mandato di assessore alla cultura e al turismo prossimo alla scadenza e alle spalle 4 anni intensi di lavoro (spesso condotti a fianco dello stesso Cirio), mi viene voglia di dire la mia. Ci provo.
I numeri non sono quell’ideale astratto di oggettività assoluta che solo i non matematici immaginano. I numeri vanno interpretati, cambiano di segno a seconda delle prospettive da cui si interpretano. I numeri, soprattutto, vanno contestualizzati.
Alba è la capitale di un territorio. Tutto il nostro mandato amministrativo è stato all’insegna di questo messaggio, della convinzione assoluta della necessità di abbattere barriere e campanili. Noi vinciamo se siamo uniti, se ci presentiamo come un unicum nel quale sanno convivere la pace della campagna, la grandezza dell’enogastronomia, la bellezza dei paesaggi di Langhe e Roero, i servizi, l’ordine, la pulizia, le proposte culturali delle città principali. Un turista americano dice “Alba” e con questa parola intende una zona che prende tutto il basso Piemonte e include certamente sia Langhe che Roero. Il nostro è un territorio cercato da un tipo di turista esperienziale, diverso dal quello che visita le città d’arte alla ricerca di grandi mostre e monumenti o dal turista delle spiagge. E’ sempre sbagliato generalizzare, ma in base a ciò che vediamo si può dire che chi viene da noi è alla ricerca di una certa idea di vita: vuole riposo, pace, tranquillità, attività all’aria aperta, cerca esperienze umane e incontri, è spesso un esperto gastronomo o di vini che va alla scoperta di prodotti di qualità, di cantine e ristoranti particolari. E’ in genere persona di ceto medio-alto con buona possibilità di spesa che ricerca sistemazioni adeguate, Relais, alberghi di alto livello, nelle oasi della campagna. E’ un turista che ha poca voglia di città, anche se poi in città ci viene sempre e con regolarità, per fare acquisti di ogni tipo, non solo legati al cibo e al vino. Anche per questa ragione, tra le altre, Alba registra un calo delle presenze (ossia delle notti dormite), ma un aumento degli arrivi.
Altra cosa da dire è che Alba, dopo crescite continue a doppio zero (segnalo, ad esempio, che il 2011 ha registrato per ALBA città un + 14,6% rispetto al 2010. Ma questo Cirio si è dimenticato di ricordarlo), mantiene saldo anche nell’horribilis 2013, il suo ruolo fondamentale nell’economia del turismo di Langhe e Roero con i suoi 70.239 arrivi (+0,56% rispetto al 2012) e le sue 165.749 presenze (-1,18% rispetto al 2012). L’aumento di presenze (notti dormite) nelle Langhe dei vini (+ 4,34%) o nell’Alta Langa (+6%) credo possa essere letto proprio nell’ottica che prima dicevo, ossia quella del turismo esperienziale, che sceglie il soggiorno in campagna per poi cercare i servizi e lo shopping in città. Tutto è sempre migliorabile, per carità, ma non credo che si possa dire che l’amministrazione in questi 5 anni di governo abbia lavorato male in campo turistico. Soprattutto ha cercato di lavorare per tutti, senza mettere il filo spinato intorno alle mura.
L’aumento di Bra città di circa il 5% rispetto al 2012, dato che ci fa molto piacere, è certamente in parte dovuto al fatto che nel 2013 c’è stato Cheese, come si sa un fortissimo attrattore su quella città.
Dire poi che la Fiera 2013 sia andata male è semplicemente la negazione della verità.
Il successo della Fiera di quest’anno è stato sotto gli occhi di tutti. Palpabile. La città è stata letteralmente “invasa” dai turisti italiani e soprattutto stranieri con arrivi nuovi rispetto a quelli tradizionali: Brasile, Australia, Far East sono le novità più segnalate dagli operatori di settore. Molto soddisfatti dei risultati della fiera – e prime tradizionali “sentinelle” dello stato delle cose – i commercianti albesi (in particolare di quelli del centro storico). Per citare altri elementi che testimoniano dell’aria che gira si può dire che la responsabile del consorzio turistico del sud astigiano ha spiegato di aver salvato la stagione con due mesi interi di sold out tutti dovuti alla fiera. Non era mai successo. Non è un dato oggettivo, ma come capite è molto importante. Altra considerazione di questo tipo è quella che viene da Federica Borin, juventus Stadium marketing manager che ha sottolineato il fatto che, nel periodo autunnale, gli ingressi al Museo della Juventus hanno registrato un buon aumento percentuale. Anche per merito della Fiera…
Cito queste valutazioni soggettive perché è più difficile dare dei numeri concreti. La fiera è un grande, allegro “carrozzone” difficilmente misurabile in termini numerici oggettivi. L’unico dato facilmente misurabile è quello degli ingressi al Mercato del tartufo, ma sappiamo bene che non sono esaustivi perché non tutti entrano nel padiglione della Maddalena. A dare una valutazione più “scientifica” della fiera ci ha provato, come sappiano, lo studio realizzato dalla Fondazione FitzCarraldo su mandato della Fondazione CRC che ha fotografato, dati alla mano, il profilo dei visitatori della Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba. In primo luogo emerge come questa kermesse continui ad avere una forte connotazione internazionale. Infatti, 1 turista su 4 (25%) è straniero. Tra le Nazioni più amanti del tartufo e delle Langhe ci sono Svizzera, Germania, Francia e Russia. Mentre il 40% dei visitatori provengono dalle altre regioni italiane e il restante 35% sono turisti piemontesi.
In generale la Fiera attrae un pubblico abbastanza giovane. L’età media dei visitatori è infatti di 42 anni, quasi la metà del pubblico (49%) ha meno di 40 anni mentre il 30,5% ha più di 50 anni.
Da un punto di vista economico si tratta di una kermesse che muove un notevole giro di affari. In generale la ricaduta diretta generata dalla spesa sostenuta dal pubblico richiamato ad Alba dalla Fiera è stata stimata in circa 10 milioni di euro, di cui circa 7 milioni sull’area di Alba e il restante in provincia di Cuneo.
Questo evento è conosciuto nel Mondo soprattutto grazie al tam tam dei foodies italiani e stranieri: 1 visitatore su 4 è infatti stato informato della Fiera grazie al consiglio di amici e parenti. La cultura enogastronomica è il principale fattore di attrazione (33%), seguita dalla degustazione dei prodotti tipici (27%) e dalla possibilità di comprare il tartufo (26%).
Fortissimo il legame tra Alba e questo evento: la metà del pubblico non residente ha visitato Alba per la prima volta grazie alla Fiera. Quanto alla durata del soggiorno scopriamo che oltre il 50% dei visitatori non residenti ad Alba sono visitatori di giornata. I turisti soggiornano una o due giornate (33,8%) e l’11,1% soggiorna per un periodo da 3 a 5 notti.
Per venire poi ai dati più oggettivi del 2013 possiamo rilevare due cose:
1) che le presenze alberghiere hanno sostanzialmente realizzato il pareggio rispetto al 2012. Questo in un periodo che definire catastrofico è persino un eufemismo, per altre zone tradizionalmente turistiche italiane e soprattutto dopo anni di continua e inarrestata crescita.
2) che la crescita ingressi al Mercato del tartufo ha registrato, nel complesso, complici anche le buone condizioni atmosferiche e la buona stagione del tartufo, finalmente buono e a prezzi accettabili, un aumento del 25%, forse persino qualcosa di più, rispetto al 2011 e del 10% in generale rispetto al 2012 (che pure aveva un week end di programmazione in più, arrivando a circa 90 mila presenze rispetto alle 78 mila del 2011 e alle 85 mila del 2012 con un picco massimo nell’ultimo week end di ottobre (quasi 19 mila) e nel week end dei Santi, che pure, quest’anno, aveva un giorno utile in meno rispetto all’edizione 2012. Da segnalare anche il dato positivo della scelta di prolungare la Fiera fino a metà novembre: 2 e 3 week end di novembre hanno registrato infatti, picchi rispettivamente + 45 e + 35%
rispetto al 2012.
Mi sembrano, questi, tutti dati importanti per una corretta, serena (elezioni permettendo) e contestualizzata valutazione dei Flussi Turistici 2013″.
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Redazione