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L’economia cuneese è ancora bloccata e non si intravede una via d’uscita: i principali indicatori previsionali sono negativi da quasi 3 anni

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Biraghi: “Uno dei maggiori problemi per le nostre imprese è la perdita di competitività, dovuta principalmente all’eccesso di burocrazia e ad una pressione fiscale che sfiora il 70%”

Mercoledì 9 aprile – 19.45

Sono queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine di previsione di Confindustria Cuneo per il II trimestre 2014. Nell’industria, la maggioranza delle imprese si attende per i prossimi mesi una ulteriore contrazione di produzione (-15,1%) e ordini (-21,1%).

Positivo, invece, il rafforzamento del clima di opinione sugli ordini export (+8,2%), tornato positivo dal trimestre scorso. I timori di un indebolimento dei mercati esteri sembrano essere stati fugati, mentre il mercato interno è completamente in stallo.
Notizie più allarmanti riguardano la capacità produttiva, la reddittività e, soprattutto, la mancanza di investimenti.
Il tasso di utilizzo degli impianti rimane invariato (68%), le attese sulla redditività rimangono drammaticamente negative (-20,2%) e gli investimenti continuano a diminuire. Sono appena il 14% del campione le aziende industriali che nei prossimi tre mesi prevedono di fare investimenti significativi, contro il 18% della precedente rilevazione mentre il 43% non intende effettuare alcun investimento.
Resta sostanzialmente stabile, ma su valori di criticità, la composizione del carnet ordini: il 25% delle aziende ha ordini per meno di un mese e il 49% per un periodo da uno a tre mesi.

 

Non si riducono i tempi di pagamento. Oggi sono mediamente pari a 93 giorni; salgono a 147 giorni per le transazioni con gli enti pubblici, che riguardano peraltro una percentuale modesta di aziende. Il 59% delle aziende segnala ritardi negli incassi.
Le scarse aspettative di ripresa si riflettono inevitabilmente sulla domanda di lavoro che rimane debole. Quasi tre quarti delle aziende industriali prevedono di mantenere invariato il proprio organico, a fronte del 18% che ne prospetta un taglio.

 

Uno dei maggiori problemi per le nostre imprese è la perdita di competitività, dovuta principalmente all’eccesso di burocrazia e ad una pressione fiscale che sfiora il 70% – commenta il Presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi -. Le nostre aziende invecchiano sempre di più e faticano a rinnovarsi, anche per colpa di una politica fiscale che toglie ogni possibilità di investimento. Gli investimenti, che sono indispensabili per il rilancio dell’occupazione, vengono penalizzati in ogni modo e il Governo non fa nulla per rimuovere le barriere che li ostacolano. Se si vuole far ripartire l’economia, occorre detassare gli utili reinvestiti in azienda e permettere gli ammortamenti anticipati”.

 

cs

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