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“Invitato” a pagare per un’esenzione ticket che non ha mai richiesto: “Anche su questi eventi si fonda la sfiducia che il cittadino ha maturato negli anni verso le Istituzioni”

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Scrive un cittadino: “Malauguratamente non avessi conservato la ricevuta? Sarei esposto ad un ulteriore vessazione”

Giovedì 24 aprile – 18.30

Riceviamo e pubblichiamo:

“Lettera aperta Direttore Generale ASL CN1
e p.c. Assessore Sanità Regione Piemonte, Procura della Repubblica.

 

Il giorno 21 Marzo 2014 ho ricevuto una raccomandata A.R. (pare non sia il solo) a firma Avv. Maura Acchiardi, responsabile del Servizio Ispettivo che mi comunicava che nel Febbraio 2010 io avrei eseguito esami di laboratorio analisi in regime di esenzione ticket  in assenza dei requisiti per poterne usufruire. In termini ultimativi mi si invitava a procedere al “pagamento dell’importo dovuto entro e non oltre 15 gg. dell’importo dovuto”, salvo affrontare le procedure di ricupero coattivo del credito. Per ovviare a tutto ciò dovrei presentare ricevuta di avvenuto pagamento nel 2010 al competente ufficio.

 

Premesso che per chiarire verbalmente la mia posizione ho dovuto fare tre telefonate prima di poter sentire la voce della responsabile (ovviamente a mio carico mentre per la comunicazione scritta dall’ASL sono stati aggiunti 4 € al conto), la domanda è: visto che non ho mai firmato alcun documento che dichiarasse il diritto all’esenzione, e che a mie mani ho una regolare ricevuta, in virtù di quale diritto preconcetto dovrei accollarmi ulteriori spese di viaggio e perdita di tempo per la presentazione agli uffici (non certo rimborsate) a causa di una manchevolezza da parte dell’ASL CN1? Spero proprio che la Direzione intervenga nel moderare i termini d’azione degli uffici sottoposti, poiché se casualmente non avessi conservato la ricevuta sarei inerme di fronte alla richiesta.

 

Le scuse ricevute dopo tre telefonate nell’arco di 7 giorni, senza essere riuscito a contattare la responsabile dell’ufficio, non cancellano l’arroganza comportamentale di chi, dirigente, dimentica di essere pur sempre al servizio e non padrone. Anche su questi eventi, per quanto apparentemente giustificati (mi  è stato detto che così facendo si sono ricuperati 100mila €) ma non corretti, si fonda la sfiducia ed il malanimo che il cittadino ha maturato negli anni verso le Istituzioni burocratiche. Basterebbe seguire la via utilizzata dalla Regione Piemonte per la riscossione del bollo auto, per richiamare il cittadino ai suoi doveri, senza indisporlo se il poveretto li ha già ottemperati.

 

Malauguratamente non avessi conservato la ricevuta? (capita a chi non chiede rimborsi) Sarei esposto ad un ulteriore vessazione; per cui confido che la Procura possa intravedere in tali sbrigativi comportamenti, un abuso d’ufficio ed un possibile tentativo di truffa ai danni del contribuente.

 

Dr. Giampaolo Boccardo”

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