Purtroppo, ancora una volta si è deciso tutto in 90’. Quel sorteggio, che aveva accoppiato le due compagini per l’ultima giornata, aveva fatto storcere il naso a molti degli addetti ai lavori già ad inizio stagione, nella certezza che questa partita sarebbe stata decisiva per la salvezza. E il tutto si è svolto secondo copione, portando con sé anche il più classico dei colpi di scena: l’Olmo aveva a disposizione due risultati su tre, come il detentore di un titolo che non deve fare altro che limitare i danni per mantenere la corona, ed ha invece sciupato tutto. Troppo voglioso questo Saluzzo, che incarna nel suo mister e nel suo numero dieci tutta la grinta di un gruppo che non poteva accettare di doversi giocare il campionato negli ipotetici playout, al termine di una stagione in cui aveva addirittura assaporato la speranza di centrare i più ambiti playoff.
Che sia una partita di fuoco per l’Olmo è dimostrato già dall’undici iniziale scelto da mister Calandra: tanta sostanza e pochi fronzoli; Martin abbassato sulla compatta linea dei centrocampisti e gioco il più possibile in velocità. A protezione dell’esperto Peano, partono Bianco, Bima e i due Pepino, capitan Mosè e Amos; sulla mediana i piedi buoni di Mattia Lerda e la sostanza di Sciatti; ali Martin e il diciottenne Davide Oggero; davanti Luca Parola e Martucci.
Per contro Cellerino, che sa di aver a disposizione solo la vittoria, preferisce affidarsi al collaudato 4-4-2, caratterizzato dalle classiche incursioni esterne di Morero e Gozzo e dalla classe offensiva della coppia-gol Caserio-Lapadula. Sulla mediana, poi, il mancino al bacio di Boscolo, un altro espertissimo, e la grinta, vistasi solo a sprazzi quest’oggi, di Faridi; dietro, capitan Bessone, Demaria, Marzanati e Mazza; in porta il solito Cantele.
Il primo tempo è vivace e, per certi versi, sorprendente: il Saluzzo riesce con qualche affondo a spaventare la retroguardia olmense, ma, a dire il vero, a fare la partita sono proprio i padroni di casa. Di fatto, ai punti, dopo 45’ meriterebbero, per il gioco espresso, proprio gli uomini di Calandra, anche se, a conti fatti, il computo delle occasioni-gol dice 2-2: per il Saluzzo una punizione dal limite e un guizzo in area di Lapadula, sempre bloccato dall’ottimo Peano, oltre ad una rovesciata “telefonata” di Caserio; per l’Olmo un tiro in spaccata di Martucci e un colpo di testa a botta sicura di Oggero, il più giovane del match, sui quali Cantele è attento e salva il risultato.
La ripresa si apre con l’ingresso di Dalmasso per Martin tra i “grigi”, per dare maggiore profondità e vivacità alla manovra, e con un Saluzzo dal piglio sicuramente diverso rispetto alla prima frazione. A suonare la carica è Caserio, che scalda i guantoni di Peano con un sinistro dal limite, prima che proprio il portiere ex Brescia debba compiere il miracolo con una bella parata in allungo su un diagonale dal limite di Lapadula, all’11’. I “granata” si sono svegliati e con loro le loro due pedine fondamentali: l’Olmo se ne accorge ed inizia a barricarsi sulla difensiva, finendo per rifiutare l’impostazione del gioco, come aveva invece fatto, ottimamente, nella prima frazione. Inizia quindi una nuova sfida: da un lato il Saluzzo cerca la via del gol in ogni modo, dall’altro l’Olmo risponde perdendo tempo in maniera veniale, in attesa che l’arbitro sancisca la fine delle ostilità. Nel giro di 2’, Lapadula confeziona due occasionissime per i suoi, ma Faridi, prima, manca il tap in vincente e Mardoda, poi, si vede parare il tocco sotto, da due passi, dal solito Peano. Mosè Pepino si fa male alla spalla e chiede il cambio, Davide Oggero esce per i crampi e le sostituzioni sembrano condurre di fatto la partita al 90’. Ma ecco, all’improvviso, il guizzo che vale la sofferenza di 34 giornate. Caserio ci mette la testa, costringendo il neoentrato Arnaudo al fallo dal limite destro dell’area. Sul pallone va Boscolo, che con il suo mancino pesca proprio la nuca, ferita per lo scontro precedente, dello stesso argentino: il pallone s’impenna e sorprende Peano, trovando il più bizzarro degli 1-0. È l’86’, il Saluzzo è salvo e resta tale fino al triplice fischio, perché gli assalti disperati dell’undici olmense non producono più occasioni significative.
Finisce con la delusione sui volti dei “grigi”, salvi fino a una manciata di minuti dalla fine della stagione, che ora dovranno sperare nell’impresa di una delle piemontesi in Serie D, per non doversi giocare l’Eccellenza in un’altra partita bollente con il Colline Alfieri. Gioia scontata, invece, in casa Saluzzo, per la salvezza ottenuta sul terreno nemico e nel modo più insperato che si potesse immaginare.
Si salva la squadra di uno dei bomber più quotati del campionato, Lapadula, e di uno dei venti giovani juniores migliori del panorama regionale, Morero. Forse, era proprio giusto così.
OLMO-SALUZZO 0-1
Reti: 41’st Caserio (S)
Olmo (4-4-2): Peano; Bianco, Bima, Mosè Pepino (cap.), Amos Pepino (29’st Alessandro Lerda); Davide Oggero (38’st Arnaudo), Mattia Lerda, Sciatti, Martin (1’st Dalmasso); Luca Parola, Martucci. Allenatore: Pierangelo Calandra.
Saluzzo (4-4-2): Cantele; Bessone (cap.), Demaria, Marzanati, Mazza (25’st Mardoda); Gozzo (13’st Picollo), Faridi, Boscolo, Morero; Caserio (46’st Allasia), Lapadula. Allenatore: Ettore Cellerino.
Arbitro: Francesco Croce di Novara
Assistenti: Carlo Rivetti e Vincenzo Spremulli, entrambi di Torino
Ammoniti: Mazza (S), Martin (O), Mosè Pepino (O), Demaria (S), Arnaudo (O), Caserio (S)
Carlo Cerutti
In foto, l’esultanza dei giocatori del Saluzzo al termine del match (foto Ideawebtv.it)