La parola ai giudici: tra gli indagati la consuocera, l’ex marito, il figlio, la figlia e il genero. Secondo l’accusa non potevano non sapere
Martedì 29 aprile – 9.00
Si sono chiuse le indagini degli inquirenti sul caso della santona di Borgo San Dalmazzo, ovvero Graziella Giraudo, ritrovata cadavere lo scorso 27 ottobre dai carabinieri. 6 mesi in cui sono state raccolte le testimonianze di parenti e conoscenti, mentre la scientifica esaminava il corpo mummificato della 68enne.
Sono 8 gli indagati, 5 per occultamento di cadavere, 3 per favoreggiamento. Tra loro i familiari più stretti di Graziella: sarebbe proprio la consuocera Rosa, con cui la “santona” divideva la casa, il “motore” della vicenda, convinta com’era che prima o poi Graziella sarebbe risorta. Da qui l’estrema cura per il cadavere, l’occultamento e l’assoluto riserbo sul segreto. Con lei anche l’ex marito, il figlio, la figlia e il genero di Graziella: secondo l’accusa che ha esaminato le testimonianze raccolte dai carabinieri è impossibile che non sapessero nulla. Visto e considerato che, dall’autopsia e dagli esami di laboratorio, si ipotizza che la donna sia deceduta nel 1996. Oltre ai parenti altre tre persone (2 uomini e una donna) informati sui fatti.
La parola ora passa ai giudici. Già pronta la battaglia: per gli avvocati della difesa infatti, gli indagati sono estranei ai fatti.
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Redazione