Costa ha presentato la propria candidatura alla presidenza della Regione

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Il vice ministro alla Giustizia: “Restituire dignità alla Regione con il rigore di questa terra”

Venerdì 2 maggio – 9.00

Grande partecipazione mercoledì 30 aprile a Cuneo alla presentazione della candidatura di Enrico Costa alla presidenza della Regione Piemonte e dei candidati NCD-UDC nella lista provinciale.


Amministratori locali, consiglieri, rappresentanti della società civile, piccoli imprenditori hanno risposto con entusiasmo all’appello del candidato NCD-UDC per una Regione alla quale “è necessario restituire quella dignità che, purtroppo, ha perso“.


”Il Piemonte che ho in mente – dice Costa – è una Regione in cui chi governa amministra come un buon padre di famiglia, che fa sacrifici pensando solo al bene dei propri figli.  Il rigore cuneese con cui sono cresciuto sarà, come del resto è stata fino ad ora, alla base della mia azione politica: parsimonia nella spesa pubblica e abolizione di ogni spreco per una Regione efficiente e produttiva”.
 Per questo secondo Costa, la prima cosa a cui lavorare è “un robusto dimagrimento della struttura attraverso il taglio delle spese e dei costi”.


Tagli che devono riguardare anche la produzione normativa: “un eccesso di leggi, oltre 2.000 quelle regionali approvate fino ad oggi – ricorda Costa – rendono impossibile la vita a cittadini e aziende“. La contrazione economica degli ultimi anni e’, secondo Costa, “figlia in parte di un’eccessiva burocrazia e dell’appesantimento degli enti pubblici che troppo spesso hanno pensato di sostituirsi agli imprenditori“.

 



In merito alla corsa in ordine sparso dei candidati del centro destra, Costa ribadisce come non sia sua intenzione rinnegare il contributo dato all’amministrazione uscente, nei confronti della quale, però, non risparmia critiche. “Riteniamo giusto riconoscere che alcuni errori sono stati compiuti. Non sarebbe onesto nei confronti dei cittadini e degli elettori arroccarsi a difesa dell’indifendibile. Pensiamo, ad esempio, “alla riforma delle Federazioni sanitarie, imposta senza un’adeguata verifica con i soggetti interessati sul territorio e poi rientrata. O al rifiuto di dismettere o almeno razionalizzare le società regionali, lasciando invece inutilizzati molti Fondi Europei destinati al Piemonte“.

 

cs