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In manette il direttore della Torino-Savona

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Arrestato questa mattina insieme a due capi ufficio della stessa società

Mercoledì 7 maggio – 19.00

Dopo le 2 ordinanze di custodia in carcere eseguite lo scorso Autunno a carico del geometra M.I., 46 anni, Capo Ufficio Manutenzione della Torino-Savona, le indagini della Compagnia di Cuneo sono proseguite con l’escussione di circa 50 tra artigiani, imprenditori, fornitori e dipendenti dell’autostrada A6, convocati dai Finanzieri per chiarire i loro rapporti con funzionari e dirigenti de LA VERDEMARE S.p.A., società concessionaria dell’ANAS, per la tratta autostradale della A6 Torino-Savona.

 

Il controllo delle fatture e le dichiarazioni dei testimoni hanno fatto emergere episodi analoghi a quelli già contestati a Migliardi, in cui, però, sono risultati direttamente coinvolti il Direttore Generale dell’Autostrada, C.M., 58 anni, residente a Mondovì ed un secondo Capo Ufficio, L.P., 64 anni, Capo Ufficio Espropri de LA VERDEMARE S.p.A., residente a Santena. Nei confronti dei tre sono state eseguite altrettante misure di custodia cautelare.

 

Le indagini, particolarmente complesse, hanno permesso di ricostruire una serie di indebiti vantaggi conseguiti nel periodo 2008-2013 dai 3 dipendenti della Torino-Savona, che rivestono la qualifica di incaricati di pubblico servizio. Gli inquirenti ritengono di aver acquisito riscontri oggettivi, precisi e circostanziati, circa la natura e l’entità di tali benefici, di cui si sarebbero fatte carico imprese del Monregalese, della Langa e Roero, del Cuneese e delle province di Savona, Milano e Torino.

 

Dalle indagini è emerso che parte dell’Ufficio Progettazione, anziché dedicarsi esclusivamente all’Autostrada Torino-Savona, svolgeva durante l’orario di lavoro, prestazioni gratuite a beneficio di 2 degli arrestati, curandone non solo progettazioni e pratiche edilizie e catastali, ma anche l’arredo degli interni, seguendone le ristrutturazioni e curando i rapporti con i fornitori per la redazione dei preventivi.

 

Nel corso delle indagini sono stati registrati anche tentativi d’inquinamento per rapporti di complicità con gli arrestati, con l’esibizione ai Finanzieri di fatture “di comodo”, compilate in epoca successiva, nel tentativo di aiutare gli indagati e di simulare con loro normali transazioni. Le falsità sono state però scoperte dagli investigatori, che hanno formulato le conseguenti accuse di favoreggiamento ed accertato ulteriori prestazioni di cui avevano indebitamente beneficiato gli indagati.  

 

Il GIP di Cuneo ha ravvisato a carico di C., M. e L., i reati di concussione ed induzione indebita a dare o promettere utilità; per Direttore Generale e Capo Ufficio Manutenzione è stata anche formulata, in concorso, l’accusa di peculato per l’impiego improprio e privato di dipendenti e mezzi della Torino-Savona, con conseguente disposizione della custodia cautelare in carcere per il primo e gli arresti domiciliari per gli altri. 

 

Il totale complessivamente stimato dell’illecito profitto ricavato dai reati contestati ammonta a circa 1,5 milioni di euro a fronte dei quali si è proceduto, ad oggi, al sequestro “per equivalente” di 8 immobili, 2 terreni ed 1 SUV Mercedes.

 

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cs

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