Dardanello: “L’inversione di tendenza che abbiamo registrato permette alle imprese piemontesi di tirare un po’ il fiato e guardare con più fiducia al futuro”
Venerdì 15 maggio – 14.45
Oggi, 16 maggio 2014, Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte hanno diffuso i risultati a consuntivo e previsionali delle rispettive indagini, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura in Piemonte.
Le indagini presentate da Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte mostrano come il tessuto economico piemontese abbia finalmente intrapreso un cammino, se non di ripresa, quantomeno di stabilizzazione. La buona performance della produzione industriale registrata dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel I trimestre 2014, confermata dai risultati positivi di tutti gli altri indicatori congiunturali (compresi, per la prima volta dopo tanti trimestri, gli ordinativi interni), trova riscontro nel miglioramento del clima di fiducia delle imprese rilevato da Confindustria Piemonte per il II trimestre dell’anno.
Come nelle rilevazioni precedenti, l’export si conferma il vero motore del sistema manifatturiero regionale.
“L’inversione di tendenza che abbiamo registrato permette alle imprese piemontesi di tirare un po’ il fiato e guardare con più fiducia al futuro: il segno ‘più’ davanti a tutti gli indicatori, dalla produzione agli ordinativi e al fatturato, ci conferma che qualcosa sta cambiando. Anche la caduta del mercato interno sembra essersi arrestata, e questo segnale può farci credere in una ripresa del tessuto produttivo locale che, come abbiamo sempre sottolineato, non può dipendere solo dall’export, che comunque si conferma il principale motore della nostra economia. Le imprese, però, proprio in questa fase così delicata non possono e non devono essere lasciate sole; mai come in questo momento hanno bisogno di avere al loro fianco un sistema delle istituzioni compatto, che dia loro garanzie di legalità, sostegno al credito e all’internazionalizzazione, valorizzazione e tutela delle produzioni: tutti temi sui quali è sempre stato e continuerà ad essere incentrato l’impegno delle Camere di commercio” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
I TRIMESTRE 2014: I DATI A CONSUNTIVO DI UNIONCAMERE PIEMONTE
La produzione industriale piemontese cresce del 3,5% nel I trimestre 2014
Il sistema manifatturiero piemontese sembra aver intrapreso il cammino della ripresa: la fase ciclica positiva avviatasi dalla seconda metà del 2013 prosegue, infatti, anche nel periodo gennaio-marzo 2014. Dopo gli incrementi dello 0,6% e dello 0,9% rilevati rispettivamente nel III e IV trimestre 2013, nel I trimestre 2014 si registra, infatti, una variazione tendenziale grezza della produzione industriale del +3,5%. Il dato va comunque interpretato con cautela, dal momento che la variazione è misurata rispetto al periodo gennaio-marzo 2013, quando il livello dell’output prodotto aveva scontato una contrazione del 5,1%.
La buona performance della produzione industriale è confermata dai risultati positivi registrati anche dagli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi interni, dopo nove trimestri consecutivi caratterizzati da una contrazione, aumentano dello 0,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013. Gli ordinativi esteri registrano un incremento pari al +4,5%, superiore rispetto a quello rilevato nelle precedenti indagini e rispetto al I trimestre 2013, quando il risultato era stato del -2,7%. Anche il fatturato ha manifestato un andamento positivo: le imprese manifatturiere piemontesi registrano, infatti, un incremento tendenziale del fatturato totale pari al 4,0%; l’aumento è lievemente inferiore per la componente estera, che mette a segno un +3,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Sono, questi, alcuni dei risultati emersi dalla 170ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di aprile 2014 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2014, e ha coinvolto 1.201 imprese industriali piemontesi.
L’aumento della produzione industriale non ha riguardato tutti i settori di attività economica. Le industrie dei mezzi di trasporto mettono a segno la perfomance migliore, registrando una variazione del +16,2% (in controtendenza rispetto al dato negativo dello scorso trimestre). Risultano superiori alla media regionale anche gli incrementi registrati dalle industrie dei metalli (+4,5%), dalle industrie meccaniche (+4,3%, variazione positiva per il secondo trimestre consecutivo), da quelle chimiche e delle materie plastiche (+4,1%) e dal tessile-abbigliamento (+3,7%). Negative, invece, le performance degli altri comparti: l’output delle industrie elettriche ed elettroniche, dopo il +0,7% del IV trimestre 2013, registra una contrazione dello 0,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013; ancora più marcata la flessione dei livelli produttivi delle industrie alimentari (-1,6%, dato negativo per il secondo trimestre consecutivo) e di quelle del legno e del mobile (-3,6%, in contrapposizione alla sostanziale stazionarietà registrata nel trimestre precedente).
A livello territoriale, l’andamento è disomogeneo: alla performance concretizzata dal tessuto manifatturiero della provincia di Torino (+6,6%) si associano incrementi meno sostenuti per Cuneo, Novara e Biella (rispettivamente +3,0%, +2,9% e +1,2%); l’output prodotto dalla provincia di Vercelli è cresciuto dello 0,9%, mentre quello di Asti è risultato sostanzialmente stabile (+0,3%). Le province di Alessandria (-0,6%) e del Verbano Cusio Ossola (-1,0%) scontano, invece, una contrazione della produzione industriale manifatturiera.
Le aspettative delle circa 300 aziende dei servizi sono cautamente positive per i livelli di attività e ordinativi, con indicatori sopra il punto di equilibrio tra ottimisti e pessimisti, rispettivamente +3,7% e +1,7%.
Il saldo sulle previsioni occupazionali registra un significativo miglioramento rispetto a dicembre, passando da -2,9% a +6,7%. Si riduce anche le percentuale di aziende che prevede il ricorso alla CIG (da 12,1% a 10,5%).
Rimangono problematici gli indicatori sulla situazione finanziaria e di liquidità. Peggiora ancora la redditività, con un saldo pari a -15,8% (rispetto al -11,5% dello scorso trimestre); il 60,1% delle aziende segnala ritardi negli incassi (in lieve miglioramento rispetto al precedente 64,1%). Si riducono appena i tempi di pagamento, da 84 a 80 giorni (da 153 a 147 per la pubblica amministrazione).
Nessun segnale di cambiamento proviene dagli investimenti: solo il 23,6% delle aziende ha in programma investimenti significativi (erano il 23,4% lo scorso trimestre), mentre il 41,2% prevede di effettuare interventi di sostituzione (erano il 42,9% a dicembre). Varia di poco anche la composizione del carnet ordini: l’11,8% delle imprese ha lavoro garantito per meno di un mese, il 30% per un periodo tra 1 e 3 mesi, il 17,8% da 3 a 6 mesi, il 19,5% da 6 mesi a un anno e il 20,9% per oltre un anno.
Il tasso di utilizzo della capacità produttiva, già elevato, sale leggermente e tocca l’83,3%.
Infine, per la prima volta, alle aziende rispondenti è stato domandato un giudizio a consuntivo sul 2013 da poco archiviato.
Quasi la metà del campione manifatturiero (il 49,8%) ha dichiarato di aver avuto un risultato economico positivo, a fronte del 22% che ha dichiarato una situazione di perdita (saldo +27,8%). Negativi gli altri saldi, riguardanti gli investimenti (-13,5%), il fatturato (-5,3%) e l’indebitamento (-0,5%).
Analogamente, per i servizi, le risposte hanno rivelato che circa la metà delle aziende nel 2013 ha avuto un risultato economico positivo, con un saldo ottimisti-pessimisti del 30,6%. Negativi invece i saldi relativi al fatturato (-2,0%), all’indebitamento (-2,1%) e agli investimenti (-11,3%).
cs