Soppressione delle Camere di Commercio, lettera aperta al premier Renzi: 
“Suggerimenti per non smantellare quello che funziona”

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Scrive una dipendente della Camera di Commercio di Cuneo: “Si ad una riforma, no all’abolizione”

Martedì 20 maggio – 17.45

Le Camere di Commercio costituiscono uno strumento importante ed essenziale“. Lo ha ribadito a più riprese il presidente provinciale di Confartigianato Cuneo, Domenico Massimino, a proposito della ventilata soppressione.

A difesa delle Camere di Commercio arriva una lettera aperta di una dipendente dell’ente camerale cuneese, che riceviamo e pubblichiamo:

 

“Lettera Aperta
“ Suggerimenti per non smantellare quello che funziona”
Parlare, tuonare contro la corruzione ma a favore del “Fare”. Andare avanti, per fermare la corruzione senza arrestare la crescita e le prospettive di sviluppo. Perchè L’Expo può, deve andare avanti.#LODICERENZI
“E’ l’Italia che ce lo chiede”, si potrebbe dire parlando per spot. E, senza giri di parole, il mondo che gira è soltanto quello sponsorizzato, promozionato, visualizzato e taggato. Gli esperti di comunicazione ne parlano da anni. Si chiama “Agenda Setting”. Esiste solo ciò che è visibile e di cui si parla. Se ne parli male, insomma. Purchè se ne parli.
E allora? Qualcosa non mi torna. E forse, non soltanto a me. Non sarà certo stato un caso che il palco (o meglio, uno dei palchi) scelto dal Presidente Renzi per lanciare il messaggio “EXPO AVANTI” sia proprio LA CAMERA DI COMMERCIO. Ossia un Ente a “rischio soppressione” (un giorno sì e l’altro pure), un’Istituzione ormai quasi in odore di trapasso. Perchè allora lanciare un messaggio di vita e di speranza per l’imprenditorialità di questo Paese proprio dal capezzale di un moribondo?
Il premier avrebbe davvero scelto la CAMERA DI COMMERCIO per pronunciare un messaggio così importante, SE CREDESSE DAVVERO DI DOVERNE CELEBRARE I FUNERALI, DI QUI A BREVE?
Non si possono combattere corruzione e illegalità prescindendo da sistemi e/o forme di vigilanza sul mercato e sul tessuto imprenditoriale. L’abolizione delle Camere di Commercio e/o dell’obbligo di iscrizione alle Camere di commercio contribuirà davvero alla eliminazione di CORRUZIONE E ILLEGALITA’? Piuttosto, esporrà ulteriormente questo povero, martoriato ma Straordinario Paese, che mi onoro di servire, al rischio della totale anarchia, alla selva selvaggia di sedicenti professionisti improvvisati che transitano come meteore nelle nostre realtà, nei nostri tessuti produttivi, corrompendoli e disintegrandoli dall’interno.
E QUESTO LEI LO SA, caro Presidente Renzi. Perché Lei, Presidente, è persona troppo intelligente e avveduta, chiamata ad affrontare l’oneroso compito di riformare il Paese e restituire all’intero popolo italico il bene più prezioso, ossia la Speranza. E non può aver fatto casualmente questa scelta. Dire quello che aveva da dire proprio da una Camera di Commercio.
Lei sa perfettamente, caro Presidente, che le Camere di commercio sono una buona istituzione, ma certamente migliorabile. In onore a quel tanto caro ed invocato principio di sussidiarietà, esse rappresentano la voce delle imprese, di quelle imprese che vogliamo sempre più numerose operanti. Quelle che operano nella legalità, e che perciò stesso stanno rendendo un buon servizio al Paese, e lo stanno rendendo migliore.

 

Certo, si può essere d’accordo con un’Idea, e non magari con Chi la esprime o su Come la esprime. Ma di qui a smettere di credere, di pensare e di perseguire quella Idea (perché magari la si è espressa con parole poco appropriate o non pienamente esplicative) CE NE PASSA. Sarebbe come gettare il bambino con l’acqua sporca.
Nessuno vuole, nè deve essere intoccabile, ma certamente siamo tutti singolarmente toccati dall’imprescindibile obbligo morale di dover contribuire al cambiamento. Senza deleghe, senza rinvii, senza avere paura di sporcarci le mani.
ONORE ALLA LEGALITA’, che è fare bene, sempre, con coscienza e scrupolo, ciò a cui si è chiamati.
ONORE alla MERITOCRAZIA, che è madre e figlia al contempo della legalità e della vera crescita democratica.
SI AD UNA RIFORMA DELLE CAMERE DI COMMERCIO, NO ALLA LORO ABOLIZIONE, né all’abolizione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di commercio.
Altrimenti, aboliamo anche gli Ordini professionali! (e qui, caro Presidente, altro che di marines avrebbe bisogno…). Così, per vigilare e denunciare ci sarà poi rimasta soltanto “STRISCIA LA NOTIZIA”. Nemmeno più la magistratura, che nel frattempo sarà rimasta schiacciata da quella che Piero Calamandrei chiamava “l’annosa questione dell’arretrato”.

 

Loana Fenech”