Domenica 25 maggio 2014 – Ore 9.55 – Il termine “favola” è stato, e lo sarà per qualche giorno, il termine più gettonato in Corneliano e dintorni. Solo così, infatti, si può definire la cavalcata compiuta dalla squadra rossoblu, che rischiò di non prendere parte nemmeno ai playoff e che ora li ha vinti, contro il più forte degli avversari, contro cui, al massimo, anche il più ottimista dei tifosi avrebbe sperato in un pareggio.
E, invece, Brovia e i suoi ragazzi sono stati più forti del pronostico, della storia e della stanchezza, centrando un risultato la cui eco resterà a lungo tra le colline albesi. Lo stesso Brovia, presentatosi con capitan Maghenzani in sala stampa aveva l’aria di essere uno che sa di averla scritta, la storia: “La nostra è una realtà piccola, nulla a che vedere con quella casalese. Ci alleniamo tre volte a settimana la sera, dopo il lavoro, in campi pieni di fango; a marzo, addirittura, abbiamo rischiato la fine a causa di alcuni problemi economici. La nostra forza è il coraggio e la capacità di stare uniti: i “vecchi” ma soprattutto i giovani si sono rimboccati le maniche e, ora, gran parte di ciò che stiamo vivendo è merito loro. La partita di oggi? Il classico incontro perfetto, il coronamento di una cavalcata iniziata con il rischio di non giocare i playoff nel caso in cui il Canelli avesse vinto l’ultima giornata e terminata con una vittoria roboante contro un grande avversario. Il nostro merito è stata la freddezza: sei tiri in porta e quattro gol, oltre ad un atteggiamento tattico impeccabile. Abbiamo patito le incursioni di Magno e lo sapevamo, ma siamo stati bravi a far male in ripartenza con i giovani, i veri artefici di tutto ciò. Veglio merita grandi palcoscenici e con lui Marengo, Quattrocolo, Grieco e Oddennino”. Un’ultima battuta che sintetizza un po’ l’intera stagione: “Abbiamo vinto quattro partite fuori casa, con undici gol fatti e due subiti. Ora, finalmente, qualcuno conoscerà i nostri nomi in Piemonte! (ride, ndr)”.
Fanno eco a quelle del mister le parole di capitan Maghenzani: “Non crediamo ancora ai nostri occhi. Abbiamo fatto qualcosa che, forse, non era nemmeno alla nostra portata, tanto che a ripensare agli applausi del pubblico casalese rivolti nei nostri confronti, mi vengono ancora i brividi. I giovani? Sono stati il nostro carburante nei momenti più difficili della stagione: auguro a loro il miglior futuro possibile, anche lontano da Corneliano, in piazze in cui potranno mettere in luce le loro qualità per grandi obiettivi”.
Deluso, naturalmente, il mister casalese Fabrizio Viassi: “ Non c’è niente da dire contro una squadra che ha inanellato quattro vittorie su quattro fuori casa, se non che mi spiace, anche perché il nostro è stato un vero e proprio suicidio collettivo. Un esempio? Il loro primo gol, nato da un piazzamento assurdo su un nostro calcio d’angolo. Poi, il resto l’ha fatto la sorte, che ha messo fuori il rigore di Bisesi ed il pallone di Ferraris a due passi dalla porta. Con un po’ più di freddezza racconteremmo ora un altro tipo di partita, ma, purtroppo, nella vita, e a maggior ragione nel calcio, i “se” non servono a nulla. Certo, è stato davvero un brutto spettacolo, ma questo è uno sport che conosco molto bene: non basta esser favoriti né indossare una maglia di blasone per vincere un match, ma servono emozioni forti e grande responsabilità nel momento in cui la si indossa”. Ultimo richiamo, poi, ai piani societari: “Non so cosa decideremo, ma certamente il Casale farà domanda di ripescaggio in Eccellenza, perché, è chiaro, non ha senso vedere una squadra con questa storia e questo stadio in un campionato come la Promozione”.
Carlo Cerutti