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Commercio e ristorazione: Cuneo tra le poche province in crescita

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Volume d’affari in diminuzione per la maggior parte delle imprese piemontesi

Martedì 3 giugno – 14.30

I dati che emergono dall’indagine congiunturale sui settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione relativa al I trimestre 2014, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali, confermano il perdurare di evidenti difficoltà per i settori analizzati.

Dopo la sostanziale stabilità manifestata negli ultimi mesi del 2013, nel periodo gennaio-marzo 2014 il fatturato (a valori correnti, iva esclusa) delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato una variazione del -1,0% rispetto al I trimestre 2013. Tale flessione apparirebbe più marcata, sebbene di poco, se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo gennaio-marzo 2014, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) del Piemonte ha registrato un aumento dello 0,47% in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2014 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2014 e ha coinvolto 1.058 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,5 miliardi di euro.

 

I dati del primo trimestre dell’anno confermano come le imprese del commercio al dettaglio e della ristorazione risentano ancora degli impatti negativi della crisi sulla domanda interna – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Le condizioni del mercato del lavoro e l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie hanno inevitabili ripercussioni negative sulle vendite al dettaglio, sia dei piccoli esercizi di vicinato che della grande distribuzione organizzata. Le nostre imprese non possono aspettare ancora: occorre elaborare a livello nazionale, in stretto accordo con gli enti presenti sul territorio, una strategia efficace di rilancio dei consumi e degli investimenti, attraverso riforme in grado di generare fiducia negli imprenditori e nei cittadini”.

 

La disaggregazione per tipologia distributiva mette in luce come la flessione del fatturato abbia coinvolto tanto gli esercizi di vicinato, che hanno scontato un calo dello 0,7%, quanto le medie e grandi strutture di vendita, per le quali si è registrata una diminuzione dell’1,6%.
Le attività della ristorazione hanno invece realizzato un incremento del fatturato dell’1,3% rispetto al I trimestre 2013, a conferma del trend positivo che caratterizza il comparto ormai da diversi trimestri.
Scendendo nel dettaglio delle singole categorie merceologiche che compongono il complesso degli esercizi di vicinato, si rileva come il segno meno abbia risparmiato solo il settore dell’abbigliamento, che ha realizzato un aumento dello 0,5% del rispettivo volume d’affari. Stabile, rispetto al I trimestre 2013, il fatturato generato dalla vendita di prodotti legati a cultura e tempo libero (+0,0%) e di altri prodotti. Si registrano, invece, flessioni nel settore alimentare (-1,6%) e in quello dei prodotti per la casa e Ict (-3,0%).

 

Il panorama provinciale è estramamente variegato. Biella e Asti sono, così come nei mesi conclusivi del 2013, i territori che scontano le diminuzioni più intense (rispettivamente -4,4% e -4,0%); il volume d’affari risulta in flessione anche nelle province di Vercelli (-2,7%) e Alessandria (-1,9%) e, sebbene in misura minore, nel Verbano Cusio Ossola (-0,8%) e a Torino (-0,6%). Le uniche realtà in cui si registra un lieve aumento sono Cuneo (+0,3%) e Novara (+0,3%).

 

La flessione del fatturato si accompagna a giudizi prevalentemente negativi da parte degli imprenditori circa l’andamento degli altri indicatori congiunturali. Il 49% degli intervistati ha segnalato, per il trimestre in esame, una nuova flessione tendenziale degli ordini ai fornitori, mentre solo l’8% ne ha constatato un aumento: il saldo di opinione risulta negativo per ben 41 punti, in lieve miglioramento rispetto al IV trimestre del 2013 (-47 punti).
Lo scarto tra giudizi positivi e negativi risulta sfavorevole anche per quanto riguarda l’occupazione (-17 punti, a fronte dei -23 del IV trimestre del 2013). Va sottolineato, tuttavia, come per la maggior parte delle imprese intervistate il numero degli occupati sia rimasto sostanzialmente invariato rispetto al periodo gennaio-marzo 2013.

 

Migliorano, invece, le previsioni a breve termine formulate dagli imprenditori. Nel periodo aprile-giugno 2014, infatti, il fatturato sarebbe destinato ad aumentare per il 24% degli intervistati e a rimanere stabile per il 43%, mentre il 34% ne prevede un’ulteriore flessione: il saldo ottimisti-pessimisti risulta, così, pari a -10 punti, in netto miglioramento rispetto ai -44 punti della precedente rilevazione. Infine, se è vero che i pessimisti superano ancora gli ottimisti anche in riferimento all’andamento prospettico degli ordini ai fornitori (-20 punti) e dell’occupazione (-3 punti), si rileva un generale aumento dei secondi, a fronte di una flessione dei primi.

 

cs

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