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Volley – Bre Banca Lannutti Cuneo, parla coach Piazza: “Incredibile che nessuno si sia fatto avanti con Valter. Ma non disperdete il settore giovanile!”

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Domenica 6 luglio 2014 – Ore 15.30 – Sono passati ormai più di due mesi da quel Bre Banca Lannutti Cuneo – Ravenna, che ha consegnato ai posteri il ricordo della pallavolo cuneese.

 

Sulla panchina di Cuneo c’era lui, Roberto Piazza, coach tanto criticato dalla tifoseria specialmente in quest’ultima stagione avara di successi per la truppa dell’ex Presidente Valter Lannutti. Tante cose sono successe negli ultimi due mesi: la squadra non si è iscritta alla Serie A1, il futuro del settore giovanile è diventato nebuloso e la pallavolo cuneese rischia seriamente di veder sparire tutto.

 

Ideawebtv.it ha contattato in esclusiva il tecnico originario di Parma per parlare di queste problematiche.

 

Roberto Piazza, cosa si prova ad essere stato l’ultimo allenatore della Bre Banca Lannutti Cuneo?

 

“Dispiace tantissimo. E’ una situazione veramente spiacevole non solo per Cuneo ma per tutta la pallavolo italiana che perde un pezzo di storia”.

 

E’ stato fatto il massimo per tentare di salvare la Bre Banca Lannutti Cuneo?

 

“I tentativi maggiori sono stati fatti dal sindaco Borgna, persona che mi è sempre piaciuta, che ha sondato tutte le strade possibili ed immaginabili. Ciò che mi sorprende di più non è la decisione del Presidente di mollare, ma che non ci sia stato un solo imprenditore che abbia chiesto informazioni sull’acquisizione della società”.

 

Lannutti che lascia la pallavolo: quest’ipotesi era nell’aria?

 

“Beh, credo che la rinuncia a Baranowicz ed a Grbic fossero dei segnali abbastanza chiari. Il Presidente più volte si era dichiarato stufo di portare avanti la società da solo. E’ finito il tempo del padre-padrone, in un periodo economico difficile come quello attuale occorre che dei pool di persone lavorino allo stesso obiettivo, sennò è finita”.

 

Poi il caso Ngapeth in inverno è stato veramente incomprensibile..

 

“Alcuni tifosi hanno dato la colpa a me (sorride, ndr) ma non ero io a prendere certe decisioni. Evidentemente non si voleva più investire”.

 

A fine anno, invece, si era parlato di un possibile spostamento a Torino della squadra: cosa c’era di vero?

 

“La pista che portava a Torino era reale con uno sponsor dotato di un bell’appeal”.

 

Stojcev e Kazinski primi perni del progetto, nomi altisonanti, no?

 

“Certo, si era parlato anche di un possibile colpo Juantorena.. Ma credo che per prendere certe persone la nuova società dovesse realmente essere dotata di un budget altissimo”.

 

Sei arrivato a Cuneo nel momento forse meno indicato..

 

“Ho quasi vinto una Champions League che sarebbe rimasta nella storia. Certamente mi dispiace non aver potuto allenare questa squadra con le stesse possibilità riservate agli altri”.

 

Si rischia di perdere anche il settore giovanile..

 

“Questo sarebbe veramente un peccato mortale. La scuola di pallavolo che c’è a Cuneo è sempre stata una delle migliori in Italia, contribuendo ad innalzare sempre più il livello della pallavolo. Cuneo ha dato tantissimi giocatori alla Serie A ed altrettanti allenatori di valore”.

 

Il consiglio di Roberto Piazza è quello di ripartire dal settore giovanile?

 

“Abbiamo visto tutti i nostri campioni andare all’estero perché si guadagna di più. Abbiamo visto i migliori giocatori esteri scegliere altri lidi anziché venire in Italia. Dobbiamo tornare a crearci da soli i top player, lavorando molto sui settori giovanili. Cuneo ha sempre basato la propria strategia su questo con persone preparate e competenti come Monica Cresta”.

 

Che ricordo ti porterai dietro di Cuneo?

 

“Cuneo è una bellissima città, che ti fa innamorare. Il problema è che Cuneo non è al centro dell’universo, qui ci vieni se ci devi venire, non è che ci passi per sbaglio. Per questo occorrerebbe che le istituzioni e gli sponsor sostenessero le manifestazioni internazionali e le squadre professionistiche. Queste portano un indotto economico e permettono di visitare questa magnifica zona d’Italia”.

 

 

Andrea Rubiolo

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