Venerdì 18 luglio 2014 – 16.45
“Abbiamo scelto uno dei sabati più incasinati forse per tentare questa piccola avventura, ma ne è valsa decisamente la pena. Sabato 5 (luglio ndr) un banda tutta al femminile, capitanata da me e dalla dolcissima interprete dei ragazzi bielorussi di quest’anno, Natalia, si è recata nella bella città di Torino“.
Arriva dalla pagina di Radio Centallo la notizia di un’interessante iniziativa, una di quelle storie che riescono ancora a colorare il grigiore quotidiano. Giulia Pinta è una giovane studentessa appassionata di lingue, da sempre: al liceo inglese, francese e tedesco, all’università ha optato per le lingue slave, “innamorandosi del russo”. Da un paio di anni ha scelto di dedicarsi all’accoglienza di ragazzi provenienti dall’Europa dell’est. Ma la recente esperienza ha tutti i crismi per diventare indimenticabile: “Questi ragazzi per me sono importantissimi, mi danno una grandissima mano con la lingua. Ogni anno mi fanno da piccoli insegnanti e da loro ho imparato moltissime cose, tra cui anche essere spigliata nel parlare“. In questi giorni Giulia è a Mosca. “Ora che sono qui – continua – mi rendo conto di quanto mi siano stati utili!“.
Ma è soprattutto il fattore umano a lasciare il segno: “Non riesco a non affezionarmi, s’instaura un rapporto stupendo“. Ecco perché ha deciso di “lanciarsi” e organizzare la gita fuori porta nel capoluogo piemontese. “È stata un’esperienza meravigliosa e che ci ha legate ancora di più. – scrive sulla bacheca di Radio Centallo – Le ragazze non vedevano l’ora e appena approdate si sono armate di macchina fotografica e non si sono fatte sfuggire un solo angolo. Le vedevo entusiaste mentre percorrevamo via Roma, incantate di fronte ai negozi dell’ alta moda italiana come Gucci, fino poi ad adorare piazza Castello e quell’ambiente così principesco e suggestivo mentre io mi trasformavo in un piccolo cicerone russo. Non ci siamo fatte mancare nemmeno la bella Mole Antonelliana e piazza Vittorio. Nel pomeriggio, dopo un bel frappè, abbiamo anche visitato il museo egizio, per poi rendersi conto che la giornata era già terminata. Mi hanno detto grazie in tutti i modi, riempiendomi di gioia, e ogni anno mi rendo sempre più conto che questi ragazzi sanno ripagarti il doppio di ogni sforzo che si fa”.
Un solo cruccio: “Quest’anno non si può non notare la diminuzione dei ragazzi, mi auguro che questa iniziativa si esaurisca“. E allora spazio ad un accorato appello: “Questi ragazzi rapiscono i cuori, come si fa a non dar loro anche il nostro?”
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