Home Attualità Pesche ‘made in Cuneo’ distribuite a Roma per manifestare la crisi del...

Pesche ‘made in Cuneo’ distribuite a Roma per manifestare la crisi del comparto

0
479

Mercoledì 30 luglio una delegazione di produttori Confagricoltura sarà in piazza Montecitorio

Venerdì 25 luglio 2014 – 17.45

Mercoledì 30 luglio una delegazione di frutticoltori di Confagricoltura Cuneo sarà in piazza Montecitorio a Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi che sta attraversando il comparto attraverso la distribuzione di pesche e nettarine ‘made in Cuneo’.

Questa è solo l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, che la nostra associazione ha deciso di mettere in campo per affrontare il delicato momento vissuto dal comparto – dichiara Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Cuneo -. Ormai siamo in pieno stato di crisi, per cui chiederemo ai rappresentati delle istituzioni provvedimenti di emergenza quali: sgravi contributivi e sospensione delle tassazioni. I prezzi di vendita dei prodotti, infatti, sono molto al di sotto dei costi di raccolta”.

 

Alla manifestazione romana organizzata da Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Confagricoltura, Cia e Alleanza delle Cooperative Italiane (che a sua volta comprende Fedagri Confcooperative, Agci Agrital e Legacoop Agroalimentare), prenderanno parte operatori del settore, imprenditori e lavoratori.

 

Dopo l’intervento del Ministro Martina nei confronti del Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos e le prese di posizione di Paolo De Castro, è indispensabile ora che gli uffici della Commissione Europea  siano solleciti ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva. È per questo che Confagricoltura nell’abito di Agrinsieme chiede al Governo che si attivi per intervenire sulla Commissione Europea con urgenza.

 

Da settimane si assiste ad una pesantissima crisi della frutta dovuta alla contemporanea maturazione nei principali paesi produttori delle stesse tipologie di prodotti. Ciò comporta un crollo dei prezzi alla produzione. Per dare l’idea della crisi, oggi un chilo di frutta estiva, per coloro che hanno la possibilità di raccogliere il prodotto, viene pagato al produttore dai 15 ai 20 centesimi di euro, molto al di sotto dei costi di produzione.

 

La crisi dei prezzi è una calamità legata non solo alle condizioni climatiche negative, ma è ormai un serio problema per le imprese agricole e per tutti i lavoratori impiegati: sono oltre 100.000 le persone occupate per attività diretta nella frutta estiva, senza considerare l’indotto. Per la crisi della frutta estiva risultano oggi a rischio almeno 10 milioni di giornate di lavoro.

 

La forte deperibilità dei prodotti estivi, la limitata possibilità di stoccaggio e i picchi produttivi ben definiti, richiedono infatti la massima tempestività ed urgenza in termini di tempo e volumi di ritiro. I produttori e le cooperative di Italia, Francia e Spagna stanno sollecitando i funzionari comunitari per avere in tempi celeri la procedura di intervento. Se i tempi burocratici impediranno l’attivazione delle misure già previste in sede comunitaria e per le quali esistono già risorse stanziate che l’Europa deve solo destinare all’Italia, non si potrà far finta di nulla.

 

Leggi anche:

Pesche: “C’è bisogno di misure strutturali per rilanciare un comparto nevralgico”

 

cs

NESSUN COMMENTO