Uncem pronto a lavorare con professionisti e operatori immobiliari
Lunedì 28 luglio 2014 – 12.00
A tre settimane dall’inserimento su Ebay dell’annuncio per la vendita d alcuni borghi alpini piemontesi, continuano ad arrivare all’Uncem – con PieMonti Risorse promotore dell’iniziativa di marketing territoriale sul più importante sito di vendite on line – mail e telefonate di richieste di informazioni.
C’è chi chiede di poter volare sui borghi abbandonati in elicottero, chi le distanze dall’aeroporto, chi vuole porgetti e tavole, chi di fissare la data per un sopralluogo. Dagli Stati Uniti, dall’Australia, dagli Emirati Arabi, ma anche da Milano e Firenze. Della proposta hanno parlato decine di giornali in diverse parti del mondo. Ancora oggi, vi sono tv di Paesi europei interessate ad affrontare il tema. Non stupisce chi scrive che esista in Piemonte un immenso patrimonio di borghi e immobili abbandonati e da recuperare; lascia piuttosto perplessi molti degli interlocutori, l’incapacità recente degli investitori italiani di cogliere opportunità di investimenti e di business. Da alcuni emergono le preoccupazioni per l’iter burocratico legato ad investimento e recupero. “Abbiamo avviato un’analisi delle tante mail arrivate – spiega Marco Bussone, coordinatore del programma Borghi alpini – Si tratta di un lavoro complesso e non semplice. Ma è evidente che abbiamo visto giusto due anni fa a iniziare la mappatura dei borghi abbandonati o semispopolati. Anche se non fu possibile un’analisi scientifica vista l’assenza di risorse per il progetto, capimmo che non erano importanti le case e le baite singole, quanto i borghi, i gruppi di case, dalle cinque alle cinquanta, sui quali si può fare un piano complessivo di recupero e rivitalizzazione. Solomeo e Santo Stefano di Sessanio, Triora e Bussana Vecchia, piuttosto che Finalborgo ci hanno messo sulla strada giusta”. E dalla mappatura bottom up si è passati alla promozione.
“Sbaglia chi ha definito la vendita su Ebay una provocazione – prosegue Bussone – Gravissimo errore anche dire che Calsazio non è vendibile visto che vi abitano alcune persone. Chi sostiene queste tesi non ha capito che il tema è serissimo e non riguarda solo Calsazio piuttosto che Lunelle in vendita sul sito. Il fronte aperto è evidente: cosa facciamo di questo immenso patrimonio abbandonato, che arriva a comprendere oltre 5000 immobili nell’arco alpino piemontese? Quale strategia adottiamo per agevolare investimenti e recupero? Come mappiamo le opportunità che si aprono sul fronte delle volontà di singoli o imprese di avviare nuove attività economiche? Quale deve essere l’opportuno e indispensabile ruolo dei Comuni, del pubblico, del facilitare la rivitalizzazione di borghi fatti di immobili perlopiù privati?”.
Domande che l’Uncem riporta al centro di un dibattito piemontese e nazionale sulla Montagna e sulle “aree interne”, sul valore del recupero e sui modelli economici per territori troppo spesso considerati marginali. Questioni analoghe aperte anche dai potenziali investitori che hanno scritto a Uncem. “Non possiamo agire da soli – spiega il presidente Lido Riba – E nel percorso di analisi, di contatto con potenziali investitori, dobbiamo stringere un patto operativo con la Regione. Sono certo che l’assessore Valmaggia potrà cogliere questa nostra proposta come volano per riportare con forza le politiche per la Montagna e per i piccoli Comuni al centro delle strategie regionali per lo sviluppo”.
Dopo l’approdo di Calsazio su Ebay è emerso anche un altro tema: cosa devono fare i Comuni, i soggetti pubblici, di fronte a investitori, a privati che recuperano e reinsediano attività economiche, a potenziali soggetti che richiedono piani di recupero di interi borghi? “Di certo il ruolo non è passivo – evidenzia Riba – Sarebbe drammatico relegare iniziative di privati che investono a questioni marginali per l’ente pubblico. Al contrario, gli investimenti devono essere agevolati, cercati e favoriti. Dobbiamo ripensare al marketing territoriale che negli ultimi anni è stato ignorato: facciamo parlare ancora tg, quotidiani, riviste stampa specializzata. Non fermiamo questo impatto mediatico che accende riflettori sulla montagna, anche con qualche ombra. Con la Regione possiamo lavorare a una specifica legge che incentivi il recupero di intere borgate, superando vincoli e ostacoli. In primis quello del reperimento di proprietari eredi, emigrati o non rintracciabili, che bloccano l’acquisizione totale di un borgo. Servono ad esempio misure urgenti e tutele per i sindaci che ricorrono a espropri per garantire la sicurezza pubblica. In Parlamento ci risultano essere arrivate diverse proposte di legge, come quella che vede tra i primi firmatari i deputati Borghi e Realacci, che riaffermano il valore del recupero degli immobili, anche come antidoto al consumo di territorio, e della valorizzazione dei centri storici, ai quali colleghiamo ovviamente i borghi alpini”. Da eliminare quella norma regionale che oggi blocca l’aumento del “carico antropico” sui versanti montani, stoppando molte iniziative di privati su baite e fienili: abbiamo bisogno di far crescere il carico antropico, la presenza e il presidio di persone, non certo contenerlo!
“Su questi e altri fronti, Uncem è pronta a fare la sua parte – evidenzia Riba –, a lavorare con Regione e altri soggetti istituzionali che vogliono invertire la pericolosa spirale dell’abbandono, trasformando i borghi fantasma in luoghi di vita, relazione, comunità, nuova economia”.
cs