Mercoledì 30 luglio 2014 – ore 10.45 – Campione d’Italia in carica con la Lube, palleggiatore della nazionale italiana allenata da Mauro Berruto con cui ha vinto pochi giorni fa la medaglia di bronzo alla World League, Michal Baranowicz (per tutti Michele), ragazzone di Mondovì, venticinque anni distribuiti in 195 centimetri d’altezza, è stato contattato IN ESCLUSIVA dai microfoni di Ideawebtv.it, mentre sta svolgendo la preparazione in vista dei Mondiali con la nazionale azzurra, per parlarci di sé e non solo…
Allora Michele, iniziamo dalla vicenda più recente: il premio che hai ricevuto sabato scorso dal Comune di Mondovì, tua città natale, per meriti sportivi. Che effetto ti ha fatto tornare nel monregalese per ricevere un tale riconoscimento ad appena 25 anni?
“Mondovì è casa mia. Anche se ora non vivo più là per ragioni professionali, in quella terra ho lasciato le mie radici, la mia famiglia e moltissimi ricordi d’infanzia. È una parte di me e ricevere un premio di questo tipo non può che riempirmi d’orgoglio perché è l’ennesima dimostrazione di come con i sacrifici i risultati siano arrivati e anche qualche sogno sia stato realizzato”.
A proposito di sogni, che senso ha avuto per te la vittoria dello Scudetto con la Lube Macerata?
“Vincere in Italia era, appunto, uno dei tanti desideri che avevo da bambino. È stato un successo dal sapore particolare, arrivato con una grande squadra ed un grande gruppo al termine di una stagione molto difficile”.
Alcuni tuoi compagni di squadra sono ora con te in nazionale. È più forte la gioia per la medaglia di bronzo ottenuta contro l’Iran o il rammarico per la vittoria finale mancata?
“Direi, ahimè, la seconda. Abbiamo disputato un’ottima prima parte di World League, ma l’occasione sprecata a Firenze in semifinale (contro il Brasile, ndr) è stata davvero grande”.
Voglia di rifarsi a settembre con il Mondiale?
“Assolutamente sì: stiamo lavorando molto bene e con intensità per prepararci al meglio per la rassegna iridata”.
Detto di te, passiamo ora alle note dolenti di casa nostra. Che effetto fa non vedere più la Bre Banca Lannutti Cuneo in A1?
“È stato davvero un brutto colpo, lo ammetto. Dopo Treviso, se ne va un altro grande pilastro del volley italiano, togliendo altre possibilità di trovare o mantenere uno spazio nella massima serie a me e a molti miei colleghi. Ammetto di non conoscere a fondo le vicissitudini societarie, ma ciò che credo si possa dire è un immenso “Grazie” a Walter Lannutti che ha, di fatto, retto le spese societarie da solo per dieci anni”.
A livello personale, quale ricordo conservi della tua esperienza cuneese?
“Mah, al di là dell’unico anno in A1, Cuneo è stata la mia seconda casa per diversi anni. Sono diventato uomo giocando nelle loro giovanili dai 14 ai 19 anni prima del “salto” tra i grandi, vivendo momenti fantastici con ragazzi che sono tuttora miei grandi amici”.
Appunto, le giovanili, che, a quanto pare, potrebbero addirittura svanire con il resto del Piemonte Volley…
“Dispiace davvero, soprattutto per quei ragazzi che stavano cullando il sogno di potersi misurare a livello nazionale e che, probabilmente, non riusciranno mai a realizzare”.
Che augurio ti sentiresti di fare in questo momento a Cuneo e al volley della Granda?
“ Il mio augurio è che nel prossimo futuro, il più breve possibile, torni la grande pallavolo in una città che ne ha fatto la storia, magari attraverso qualche volenteroso che si faccia avanti disposto a dei sacrifici”.
Grazie mille Michele ed in bocca al lupo per il Mondiale
“Crepi (ride, ndr)”.
In foto, Michal Baranowicz premiato a Mondovì.
Carlo Cerutti