“Decine di investitori interessati all’acquisto e a creare impresa nelle Terre Alte. Uncem non può essere lasciata sola nel programma Borghi Alpini”
Venerdì 1 agosto 2014 – 15.00
Sul programma per la rivitalizzazione dei Borghi alpini e per il recupero del patrimonio edilizio abbandonato nelle aree alpine, Uncem non può essere lasciata sola.
È necessario un piano regionale e nazionale per le Alpi che permetta di avviare programmi specifici e interventi favorendo gli investimenti privati, utilizzando i fondi europei, agevolando i sindaci e gli amministratori. Il recupero architettonico genera sviluppo economico.
Questi i punti chiave della lettera inviata ieri dall’Uncem Piemonte ai vertici della Regione Piemonte e alle più importanti cariche nazionali con competenze riferite alla montagna, all’ambiente e al territorio rurale. Due documenti a firma del presidente Lido Riba (nell’immagine), ricevuti dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, dal vice Aldo Reschigna, dall’assessore all’Ambiente e alla Montagna Alberto Valmaggia, dall’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, dal collega alle Attività produttive Giuseppina De Santis. Non solo. Uncem ha scritto anche al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al Ministro degli affari regionali Maria Carmela Lanzetta, al Sottosegretario alla Montagna Gianclaudio Bressa, al presidente dell’Integruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna Enrico Borghi e ai vice Roger De Menech, Franco Panizza, Albrecht Plangger. E a tutti i Deputati e Senatori piemontesi.
Nelle due lettere Uncem non solo presenta il lavoro di mappatura fatto dal 2012 a oggi dei borghi alpini sui quali è possibile avviare un recupero e l’insediamento di nuove imprese. “Dimostriamo che lo sviluppo economico e la crescita delle comunità sono già stati possibili – spiegano Lido Riba, presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, coordinatore del programma – grazie in particolare ai fondi europei della misura 3.22 del Psr 2007-2013. Citiamo Ostana, Monastero di Lanzo, Castelmagno, Pontechianale. Ma non sono gli unici ad aver avviato interventi modello. La montagna qui è tornata a vivere e ha risposto in modo organico alla crisi, con criteri diversi dalle aree urbane. La Regione e il Parlamento, il Governo in primis, non possono tralasciare nella definizione delle politiche e della legislazione, il 40 per cento del territorio nazionale e il 52 per cento del Piemonte”.
Poi l’Uncem cita il caso Ebay con i due borghi in vendita – Calsazio di Sparone e Lunella di Viù – che hanno aperto una nuova fase del lavoro. “Questo interesse mondiale – prosegue Riba – non è trascurabile. Regioni ed enti parapubblici si affannano giustamente per individuare potenziali investitori in Italia. Noi oggi abbiamo, tramite l’annuncio di Ebay, ricevuto segnalazioni importantissime da tutti i continenti. Chi scrive ribadisce la voglia di investire, ma anche i rischi di una burocrazia sempre più gravosa in Italia. Chi ha potere per intervenire lo deve fare subito. Sia al nostro fianco. Anzi, Uncem si mette a disposizione per lavorare in un programma regionale e nazionale per il recupero del patrimonio edilizio abbandonato nelle Terre Alte”.
cs