Ci si attende anche attenzione verso carni bovine, salumi e formaggi
Mercoledì 13 agosto 2013 – 9.00
Lunedì 11 agosto la Commissione Ue ha annunciato l’attivazione di misure di intervento nel settore delle pesche e nettarine. Coldiretti Cuneo giudica le misure proposte estremamente insufficienti rispetto alle necessità del settore.
L’aumento dal 5 al 10% dei volumi di frutta che potranno essere ritirati dal mercato poteva avere un senso se effettuato quando richiesto da Coldiretti con la mobilitazione regionale avvenuta nella prima decade di luglio.
Oggi che l’80% delle pesche è stato raccolto, la misura si rivela poco praticabile.
Inoltre, resta il fatto che la destinazione alla beneficienza non è attuabile dall’oggi al domani per un prodotto altamente deperibile come le pesche.
Infine, riconoscere 13 centesimi al lordo dei costi di trasporto per i non soci di OP significa chiaramente effettuare un’operazione che di sostegno al mercato ha ben poco. I soci delle Associazioni di Produttori possono ottenere altri 13 centesimi al kg. attingendo dai piani operativi. La realtà dei fatti è che serve a nulla questa autorizzazione, poiché le OP hanno già impegnato questi fondi nei piani operativi già approvati dall’Unione Europea.
Dalle informazioni disponibili, sembra che la Commissione Europea autorizzerà anche il mancato raccolto, ovvero la distruzione in campo. Una misura richiesta dai produttori, ma che andava attuata ad inizio campagna di raccolta. Come è possibile finanziare con 13 centesimi al kg. la mancata raccolta se le pesche sono state interamente staccate dalle piante?
Ancora sui fondi extra per la promozione. Precise azioni mirate per incentivare i consumi di pesche sarebbero ben accette, se effettuate in tempo utile. Ormai la pesca sta per essere superata dall’arrivo delle mele estive e delle pere.
Coldiretti chiede quindi nuove e più importanti misure. Soprattutto ci si aspetta che il 14 agosto i servizi della Commissione Europea si confrontino con gli esperti dei Ministeri dei 28 Paesi sulla crisi del settore e sulle conseguenze dell’embargo della Russia sui prodotti ortofrutticoli, quelli più sensibili tra tutti i prodotti agroalimentari, perché maggiormente deperibili. Ci si attende anche attenzione verso gli altri settori colpiti dall’embargo, ovvero carni bovine, salumi e formaggi non tanto per l’impossibilità di collocare questi prodotti in Russia, quanto per il concreto rischio di generare eccessi di offerta sui mercati europei.
Conclude Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: “In queste ore, Coldiretti è al lavoro con i suoi esperti di Bruxelles, affinché lo sforzo finanziario richiesto alla Commissione Europea non rappresenti una risposta di facciata, ma intraprenda concrete azioni di sostegno ad un settore dove la crisi di mercato e l’embargo rappresentano una serie di disavventure che rischiano di minare la stabilità”.
cs