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Elezioni provinciali: “Un grande bluff”

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Così Fabio Panero (Rifondazione Comunista) sul proprio profilo Facebook

Venerdì 12 settembre 2014 – 16.30

Poco più di una settimana alla presentazione delle liste dei candidati al Consiglio provinciale e alla carica di Presidente. Fabio Panero, segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista, ha invitato gli amministratori dei 250 comuni della Granda a sottrarsi “a questo bluff non andando a votare”.

 

In un post su Facebook parla di “disobbedienza civile” per mandare un chiaro segnale al governo centrale. Ecco il testo integrale:

“Il 12 ottobre i consiglieri comunali saranno chiamati ad eleggere Presidente e rappresentanti della provincia di Cuneo: un “listone” unico PD-PDL con candidato presidente il Sindaco del capoluogo Federico Borgna. Le province come il Senato della Repubblica: i cittadini non voteranno ma i rappresentanti restano.
Siamo all’epilogo di una serie di provvedimenti culminati col decreto Del Rio (legge 56 del 24 aprile 2014) che hanno portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province – sbandierando strumentalmente il tema a noi caro della lotta contro i costi impropri della politica – ma col fine esplicito, dei governi neoliberisti che si sono succeduti negli ultimi anni, di smantellare un altro pezzo di democrazia, abolendo l’ elezione diretta da parte dei cittadini e senza nessun disegno organico di ridisegno del ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi e diritti ai cittadini – soprattutto ai più deboli – e tutelare territorio ed ambiente. Non è un caso che su queste politiche abbiamo constatato piena continuità dei governi Berlusconi, Monti, Letta ed oggi Renzi con l’aggravante che negli ultimi anni il PD è diventato motore e perno di questo disegno anticostituzionale. La stessa sbandierata riduzione dei costi si è rivelata, come si legge nelle stesse relazioni tecniche allegate agli atti parlamentari, ridicola – poco più dell’ 1% dell’ammontare dei bilanci delle Province in quanto limitata ai soli gettoni dei consiglieri ed alle indennità degli amministratori – non toccando minimamente la miriade di enti e di partecipate dove si annidano realmente i costi impropri della politica.
Marx affermava che la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.
Dopo che il governo Renzi ha messo mano alla Costituzione Repubblicana snaturandone alcuni principi cardine, portando a compimento il disegno autoritario che non è riuscito a Berlusconi nel 2006 (bloccato dai cittadini con un referendum) ora siamo alla farsa.
Gli amministratori locali dei 250 comuni della “granda” si sottraggano a questo bluff non andando a votare, con un atto di “disobbedienza civile”, mandando così un chiaro segnale al governo centrale, che da una parte taglia risorse preziose agli Enti Locali e dall’altra chiede agli stessi amministratori locali della nostra provincia di partecipare a questa farsa”.

 

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Redazione

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