L’avvocato difensore Mauro Mantelli: “Non patteggeremo per un reato che non sussiste”
Martedì 23 settembre 2014 – 16.50
Il 27 aprile scorso, Carmelo durante una pausa del primo set della partita tra la Bre Banca Lannutti e l’Altotevere Città di Castello, entrò in campo per consegnare una lettera al presidente della squadra di casa, in cui i Blu Brothers, la storica tifoseria di cui Noto è il portavoce, chiedevano un sacrificio perché la squadra restasse in città e non si trasferisse a Torino. Carmelo Noto scese in campo assieme a Paolo Taricco e Paolo Dho.
Nonostante il gesto fosse stato ampiamente annunciato, anche alle forze dell’ordine, presenti all’incontro, dopo la clamorosa protesta, partì la denuncia. La Procura ha proseguito le indagini sul loro gesto, e per tutti e tre l’accusa è di aver violato la normativa art 6bis della legge 401/89, ossia quella di “invasione di campo”. A tal proposito, abbiamo sentito telefonicamente l’avvocato di noto, Mauro Mantelli, che ci ha spiegato in cosa consiste il reato contestato: “Carmelo Noto è accusato, insieme ad altri due, di aver fatto un’invasione di campo; per questo tipo di reati si rischia la reclusione fino ad un anno, una multa da 1000 a 5000 euro e anche il daspo, quindi divieto di partecipare a qualsiasi evento sportivo. L’atteggiamento della Procura, che ha inviato le indagini, è chiaramente quello di non archiviare, per cui adesso attendiamo che il giudice monocratico fissi l’udienza“.
L’avvocato Mantelli è perentorio : “Ritengo che il reato non ci sia, per questa ragione non patteggeremo, anche perché il reato contestato è previsto nel momento in cui si scavalchi materialmente una barriera, che nel calcio esiste a protezione del campo di gioco, mentre nella pallavolo, questa barriera non sussiste e il mio assistito non ha potuto materialmente scavalcare nulla, recandosi in campo con una scala calata dagli spalti e peraltro allertando anche la Polizia, che infatti non è intervenuta. Altro elemento importante è l’interruzione del gioco, che non è avvenuta, in quanto la lettera è stata consegnata durante una pausa della partita“.
Mancando i due presupposti iniziali del reato contestato: ovvero lo scavalcamento della barriera di protezione e l’interruzione di gioco il reato contestato dovrebbe essere archiviato, ma non è stato così: “In un Paese che ci ha abituati a Genny la Carogna – commenta infine l’avvocato – non si capisce come certi gesti possano contestarsi ad una persona buona e pacifica come Carmelo Noto”.
sv