Le reazioni sulla vicenda del prolungamento delle indagini alla Fondazione Crc

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La fondazione replica: “Non è emerso alcun elemento nuovo rispetto a quelli già acquisiti”

Giovedì 6 novembre 2014 – 16.40

In merito alla notizia della notifica di proseguimento dell’indagine da parte della Procura di Cuneo sui vertici della Fondazione Crc, che in sostanza è un prolungamento delle indagini già iniziate nel 2010, diverse sono le reazioni che si succedono in questi giorni.

Il deputato Mariano Rabino, che già nel 2011 era intervenuto sulla vicenda chiedendo di far luce su tanti lati oscuri, dichiara ad esempio: “Quello che dovevo dire, l’ho detto a suo tempo, pagando un prezzo alto, personale e politico. Non rinnego nulla, anzi… Ho piena fiducia nella Magistratura: lasciamola lavorare in serenità”.

 

Non è dello stesso avviso il M5S, che precisa in una nota a nome di Fabiana Dadone:  “Si tratta semplicemente di una notifica di prolungamento delle indagini, è vero, ma il punto è che finora non avevamo idea che ce ne fossero. Certo, si tratta di indagini complesse che però trovano terreno su numerose denunce e segnalazioni sia sul piano politico che giudiziario.
Personalmente ho presentato due interrogazioni in Parlamento per denunciare uno strano intreccio tra aziende, soci, amministratori e consiglieri della Fondazione e del territorio, ma evidentemente il ministro Padoan e i suoi sottosegretari avevano altro a cui pensare. Legittimo, viste le carnevalate del Governo, ma sarebbe stato un segnale apprezzabile per il territorio, e più in generale per i cittadini, se la politica fosse arrivata prima della magistratura, almeno per quanto concerne il dovere di vigilanza da parte del Ministero sulla Fondazione. Come si dice in questi casi: attendiamo i risultati dell’indagine con piena fiducia nella magistratura… però che delusione la politica e il falso mito renziano del nuovo che avanza“.

 

Anche i vertici della Crc hanno diffuso una nota con delle precisazioni, dopo la notizia pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano La Stampa, nelle quali si legge:
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo conferma che i Componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione in carica ad inizio 2014 e il Direttore Generale sono stati informati di un’indagine relativa a presunti reati connessi alle rispettive funzioni.
I Consiglieri e il Direttore hanno tempestivamente informato gli Organi della Fondazione e quelli di vigilanza e controllo, sia interni che esterni. Al momento l’oggetto concreto dell’iniziativa non è stato comunicato, ma è possibile che riguardi le questioni alla base delle polemiche di stampa che hanno accompagnato, a partire dal 2010, tutti i rinnovi delle cariche di vertice del Gruppo UBI, della Banca Regionale Europea e della stessa Fondazione.
Per quanto ad oggi noto, non è emerso alcun elemento nuovo rispetto a quelli già acquisiti dagli Organi di vigilanza e controllo, sia interni che esterni alla Fondazione, i quali hanno sempre confermato, per quanto di loro competenza, il corretto operato degli Organi di gestione della Fondazione.
La Fondazione assicura la massima collaborazione con le Autorità inquirenti, al fine della tutela del proprio buon funzionamento e reputazione“.

 

Saranno gli organi inquirenti ora a fare il resto, continuando con la prosecuzione del loro lavoro e accertando il merito della vicenda stessa, visto che non risulta ben chiaro se il lavoro della Procura, che parlando di prosecuzione ammette implicitamente che stavano per scadere i sei mesi dall’inizio delle prime indagini, non riferisce a cosa siano dovute le indagini. Questo non fa altro che inasprire una polemica cominciata 4 anni fa, da un’interpellanza presentata da Gigi Garelli (candidato sindaco del centrosinistra), a cui seguì una diffida da parte della Fondazione agli stessi consiglieri, in cui si annunciava che sarebbero state perseguite ulteriori frasi diffamatorie.