Il Barolo riassume in sé la grandezza delle Langhe albesi
Sabato 8 novembre 2014 – 12.00
“Tu sei giovane e non sai che tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”, scrive Pavese ne Il Compagno. Nel giorno che precede la XV Edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco, un classico della cucina langarola a base di uno dei più complessi – e allo stesso tempo affascinanti – prodotti della tradizione.
Ingredienti per 4 persone:
• 320 g di riso
• 1/2 lt di vino Barolo
• 1 dl di brodo di carne
• 50 g di burro
• 4 cucchiai di grana grattuggiato
• 1/2 cipolla
• sale; pepe
Esecuzione:
Sbucciate e tritate sottilmente la cipolla; fate fondere 20 g di burro in una casseruola antiaderente e fatevi appassire la cipolla a fuoco basso; aggiungetevi il riso e, mescolando con un cucchiaio di legno, lasciate insaporire per qualche minuto.
Appena il riso avrà assorbito il condimento, bagnatelo con il vino Barolo e, quando tutto il vino sarà evaporato, proseguite la cottura per circa 16-18 minuti, continuando a mescolare e aggiungendo di tanto in tanto il brodo di carne. A cottura ultimata, condite il risotto con il burro rimasto e il grana, insaporite con una presa di sale e una di pepe. Trasferitelo su un piatto da portata e servitelo caldissimo.
Abbinamento: Barolo
Il Barolo riassume in sé la grandezza delle Langhe albesi. È un vino che si produce con le uve nebbiolo delle sottovarietà lampia, michet e rosé. Il vino, dopo un invecchiamento di tre anni, ha un colore rosso granato con riflessi aranciati.