La Giornata contro la violenza sulle donne in Regione

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Conferenza stampa di presentazione delle azioni messe in campo per contrastare e prevenire la violenza 

Martedì 25 novembre 2014 – 18.10

Sul fronte della violenza di genere, la situazione nel nostro paese è in pericoloso peggioramento. Sono in aumento le vittime che muoiono inascoltate, donne che avevano cercato di affrancarsi dai loro aguzzini per scampare a un destino di morte ma che non hanno trovato nella legge, nelle istituzioni, nell’organizzazione sociale il giusto approdo per avere protezione.

L’inasprimento delle norme da solo non è bastato e non basterà. La repressione è spesso tardiva e sul fenomeno generale quasi sempre inutile. Dobbiamo lavorare per aiutare le vittime, certo, persuadendole a imboccare la strada della denuncia e poi rendendo questa strada sicura e possibilmente non lasciandola trasformare in un vicolo cieco: in un Paese che è all’ultimo posto nell’Ue in tema di pari opportunità, diventa infatti quasi fatale che chi subisce abbia l’impressione di non avere via di scampo, perché disoccupata e magari madre senza alcun aiuto”.

 

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, alla presenza del presidente della Giunta Sergio Chiamparino e di numerosi consiglieri di maggioranza e di minoranza, ha aperto la conferenza stampa di presentazione delle azioni messe in campo dalla Regione per contrastare e prevenire la violenza di genere.

 

Le iniziative, illustrate dall’assessora alle Pari opportunità Monica Cerutti, riguardano, in particolare, lo stanziamento di circa un milione di euro per assegnare finanziamenti a sostegno delle attività per le donne vittime di violenza svolte dai Centri antiviolenza e dalle case rifugio.

 

Prevedono, anche, la modifica al regolamento attuativo della legge regionale n. 11/2008, “Istituzione di un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e di maltrattamenti” per ampliare la possibilità di accedere al fondo anche alle vittime minorenni, alle donne domiciliate in Piemonte e con reddito fino a sei volte il limite stabilito per l’accesso al gratuito patrocinio a spese dello Stato, cioè 11.369 euro.

 

Sono stati inoltre presentati il volumetto e il dvd “Senza più paura. Percorsi di uscita dalla violenza – Il modello Piemonte”, che illustrano le modalità d’intervento messe in atto dalla Regione per contrastare il fenomeno e l’iniziativa “Contro la violenza non sei sola”, realizzata in collaborazione con l’Associazione panificatori di Torino, per divulgare sui sacchetti per il pane il numero telefonico nazionale contro la tratta 1522.

 

Le consigliere Valentina Caputo (Pd) e Stefania Batzella (M5S) hanno inoltre ricordato i contenuti dell’ordine del giorno e della mozione, di cui sono rispettivamente prime firmatarie, approvate in mattinata dall’Assemblea all’unanimità.

 

Il primo documento impegna la Giunta regionale e gli assessori competenti “ad assicurare,ogni anno, risorse finanziarie adeguate a favore delle leggi regionali contro la violenza sulle donne, garantendone così piena attuazione e continuità nel percorso già avviato; ad estendereil cosiddetto ‘Codice rosa’o ‘Percorso rosa’ alle Aziende ospedaliere piemontesi, laddove se ne ravvisi l’opportunità sulla base del bacino di utenza, dei flussi e della tipologia degli utenti del servizio, prevedendo percorsi di accoglienza e presa in carico delle vittime adeguati e dotati di personale qualificato; a valutare la possibilità di istituire servizi di sportello aperti 24 ore al giorno all’interno delle strutture sanitarie, ospedaliere e socio-assistenziali presenti sul territorio regionale, gestite da operatrici esperte con il compito di fornire supporto e assistenza, psicologica e legale alle vittime di violenza; adistituzionalizzare una rete di coordinamento di tutti i soggetti operanti, ad ogni livello, in tale ambito (operatori socio-sanitari, associazioni, etc.) per garantire adeguati percorsi di assistenza; adattivare politiche efficaci di comunicazione volte a informare l’utenza interessata in merito a tutti i servizi disponibili attivi sul territorio (come ad esempio il numero nazionale dedicato 1522), anche attraverso una rete capillare che veda coinvolti sia soggetti pubblici che privati, nonché scuole e Università”.

 

Il secondo impegna la Giunta e l’assessore competente “affinché venga predisposta l’estensione del ‘Codice rosa’ in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere del Piemonte”.