Fabio Tripaldi parla della sua prima Fiera da assessore e dello spirito con cui si è assunto la responsabilità di cultura e turismo ad Alba
Giovedì 27 novembre 2014 – 09.30
Cosa fa l’assessore alla cultura e al turismo di Alba quando la Fiera internazionale del tartufo è finita? La domanda, per certi versi, suona non troppo diversa da quella posta, prima o poi, da ogni bambino, ovvero: «Dove vanno le stelle di giorno?».
La somiglianza tra i due quesiti sta nella risposta: «Non cambia nulla, solo non ci sono le luci (della ribalta o del sole) a illuminare». Nel mese e mezzo di fiera l’assessore Fabio Tripaldi, così come altri rappresentanti di spicco tra gli organizzatori della kermesse dedicata al tuber magnatum Pico, non si è risparmiato, presenziando a un gran numero di eventi caratterizzanti l’edizione numero 84 della manifestazione.
Sull’esposizione mediatica legata alla fiera scherza lo stesso Tripaldi: «In queste settimane molti mi hanno detto bonariamente: “Sei sempre sui giornali!”. Replicavo dicendo che ogni tanto non mi dispiacerebbe stare a casa. Perché, in effetti, è un impegno anche gravoso, ma come amministrazione abbiamo cercato di partecipare a tutte le iniziative per le quali la nostra presenza fosse stata richiesta. Non abbiamo il dono dell’ubiquità e ognuno di noi ha una vita fuori dell’esperienza politica, ma cerchiamo di esserci il più possibile».
Un “modus operandi” che non vale solo durante le settimane consacrate al “tuber magnatum Pico”: «L’illusione è che, finita la fiera, si possa stare un po’ più tranquilli, ma io questa illusione non me la faccio, nel senso che, per fortuna, la nostra città è vivissima. La fiera è un momento in cui si concentra buona parte dell’attività turistica del nostro territorio, anche se, per fortuna, il turismo sta crescendo pure in altri periodi dell’anno».
Come si trova a svolgere il mestiere di assessore?
«Più che mestiere, considero l’incarico una responsabilità che il sindaco Marello ha voluto affidarmi. Continuo a portare avanti la mia professione, che è quella di formatore presso i Salesiani di Bra. Lo faccio per tre giorni e mezzo a settimana, grazie alla disponibilità dell’istituto scolastico che è venuto incontro alle mie esigenze, ovviamente continuando a garantire il monte ore di insegnamento. Per il resto, direi che provo a fare l’assessore di tutta la città di Alba, cercando di dare il meglio di me. Lo faccio con impegno massimo, non perdendo mai di vista quello che sono, perché l’assessorato terminerà tra quattro anni e mezzo, mentre Fabio Tripaldi continuerà oltre».
Dall’esterno sembra che si trovi bene nei panni dell’assessore…
«Mi piace che ci siano tante iniziative all’aperto. Quando la gente esce di casa, per me ha già fatto un’azione positiva e corre persino il rischio di incontrare qualcuno, di confrontarsi. Nell’epoca della “piazza virtuale” che apprezzo, non sottovaluto l’importanza di quella reale. In mezzo alla gente mi trovo bene, amo incontrare le persone. Certo, dieci anni fa c’erano altre disponibilità economiche, ma ancora oggi ci sono tante realtà che organizzano eventi meritevoli. Se posso dire, mi piacerebbe che ce ne fossero di giovanili. Sotto alcuni aspetti le nuove leve sono più abituate a fruire di un servizio che a organizzarlo».
Nonostante i tempi non facili, anche quest’anno la stagione teatrale, uno dei fiori all’occhiello albesi, è di buon livello…
«Non nego che si faccia molta fatica a organizzare una stagione. Quest’anno, poi, con le elezioni, si è presa una decisione audace, chiudendo il calendario prima di maggio. È piuttosto infrequente che in tempo elettorale un’amministrazione prepari la stagione teatrale; di solito si aspetta, ma per tirare su una stagione di livello occorre prepararla con certi tempi».
Cosa l’ha più colpita di questi primi mesi passati in municipio?
«Le tante persone che vengono a confrontarsi, a proporre qualcosa. Ci sono quelle un po’ più egoiste che guardano solo alla propria posizione, e altri, invece, che propongono e si rendono conto del momento di difficoltà. Ho potuto constatare, poi, il forte amore per la città e la voglia di fare qualcosa per Alba che caratterizzano la piccola associazione come il grande imprenditore. Quello secondo cui Alba sarebbe una città morta è un mito sfatato, ormai. Che manchino alcuni aspetti, può essere vero, però quando arriveranno proposte in tal senso saranno ascoltate».
Intende, per esempio, l’organizzazione ad Alba di concerti di massa per il grande pubblico?
«Diciamo che non ci dispiacerebbe riuscirci, ma occorre una sinergia con qualcuno che abbia voglia di azzardare. Noi non possiamo permettercelo, ma garantiamo la massima disponibilità logistica. Un festival di musica popolare, con artisti come Gazzé, “Negrita” o Fedez per rendere l’idea, non sarebbe male».
Si potrà dire soddisfatto del suo lavoro da assessore se tra quattro anni e mezzo…?
«Se ci sarà sempre tanta gente che apprezzerà il fatto di uscire ad Alba. Io non sono per una distinzione tra ciò che è organizzato per gli albesi e quanto è pensato per i turisti. Un’iniziativa pensata per i turisti fatta bene è fruibile e fruita anche dai cittadini albesi. Inoltre mi piace molto che la maggior parte delle proposte siano gratuite: dal concerto jazz o di classica allo spettacolo degli artisti di strada, da “Burattinarte” alle tante manifestazioni nelle varie piazze e anche nei quartieri più periferici, nei quali vogliamo continuare a essere presenti».
Lei ricopre il ruolo che è stato di Paola Farinetti, la quale fa parte per professione del mondo della cultura. È stato un vantaggio essere assessore dopo di lei?
«Diciamo che il termine di paragone non manca mai. Io ho una grande stima nei confronti di Paola, la quale non mi ha fatto mancare il suo appoggio, specie all’inizio, ma anche adesso, dato che mi confronto molto con lei. Non è facile venire dopo, perché, a mio avviso è stata bravissima, ed è un autentico uragano di idee. Ha fatto benissimo sotto l’aspetto organizzativo. Io mi auguro di riuscire a fare altrettanto e, possibilmente, di provare a crescere ancora».
I dati ufficiali della fiera 2014 fanno sorridere l’Assessore: oltre 500.000 visitatori, con 100.000 ingressi al Mercato del tartufo, in un mese e mezzo. Nello specifico, gli eventi di “Alba truffle show” hanno registrato numeri importanti: 2,5 chili di tartufi grattati, 35 show cooking, 500 piatti serviti, 10 cuochi internazionali ospiti, 35 show cooking, 12 stelle “Michelin” tra gli chef partecipanti, 360 “wine tasting experience”, 400 analisi sensoriali del tartufo, 450 bambini a “Mani in pasta” e 9.600 aperitivi “Saclà” serviti.
Grande è stato il successo anche delle esposizioni artistiche: 14.000 ingressi alla mostra di Aldo Agnelli in San Domenico, mentre 23.500 sono stati i visitatori alla mostra di Anselm Kiefer promossa dalla famiglia Ceretto. Nella foto a destra: la presentazione del libro “100% Alba” di Enrico Crippa, con l’intervento de La Pina e di Diego di Radio Deejay nel corso della 84a Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba