Giovedì 18 dicembre alle ore 17,30, presso la biblioteca dell’ex Convento dei Cappuccini di Caraglio
Lunedì 8 dicembre 2014 – 13.00
Giovedì 18 dicembre alle ore 17,30, presso la biblioteca dell’ex Convento dei Cappuccini di Caraglio, avrà luogo la presentazione del libro “In cielo c’è sempre una stella per me. Diario di guerra partigiana del Commissario del Raggruppamento Divisioni Partigiane Cisalpine Giorgio Buridan” (Tararà, Verbania 2014 – Copertina: LibellulArt – Visual design&illustration).
All’incontro, organizzato dall’associazione culturale Marcovaldo, interverranno le due curatrici Margherita Zucchi e Maria Silvia Caffari e gli attori de “Il Teatrino al forno del pane”. L’ingresso è libero. Per informazioni telefonare allo 0171/618260. Il libro curato da Margherita Zucchi e Maria Silvia Caffari – caragliese Doc, tra i fondatori dell’associazione culturale Marcovaldo – è un omaggio ad un illustre caragliese d’adozione, lo scrittore e commediografo Giorgio Buridan. Nato a Stresa nel 1921, Buridan è stato cittadino torinese fino al suo trasferimento nel 1991 a Caraglio, dove èmorto nel 2001. Nei suoi ultimi dieci anni di vita ha collaborato alle attività dell’assessorato alla Cultura del Comune di Caraglio e dell’associazione culturale Marcovaldo, di cui è stato anche lui tra i fondatori.
Sempre a Caraglio, ha scritto per “Il Caragliese” e ha fondato la compagnia teatrale “Il Teatrino al forno del pane”, sempre attiva nel suo nome con un ricco repertorio sia di testi originali sia dello stesso fondatore. In occasione dei settanta anni della Repubblica dell’Ossola, il diario è stato presentato a Domodossola e Ornavasso, paesi dove è stato anche rappresentato il testo di Buridan ispirato allo stesso diario, “Caro Mario… una storia di boschi di ricordi”.
Il volume raccoglie la straordinaria testimonianza di un protagonista della Resistenza, custodita dall’autore nel suo archivio privato, ritrovata e studiata dalle due curatrici per ripercorrere alcune tappe importanti della Liberazione. Il diario pubblicato da Tararà ha un corredo di documenti, fotografie e note storiche che mettono in relazione i fatti, i luoghi e le figure menzionate dall’autore con studi e pubblicazioni di altri autori. Attraverso le pagine del libro si possono ripercorrere numerosi episodi del 1944 che hanno portato alla Liberazione di Domodossola e alla cosiddetta Repubblica dell’Ossola, fino alla sua caduta, all’esodo in Svizzera, all’internamento, all’Odissea del rientro in Italia, ai rapporti della Resistenza locale con il CLN e con il Service Intelligence degli Alleati, per arrivare fino alla Liberazione di Stresa, Lesa e Milano, a cui l’autore ha partecipato come addetto stampa in qualità di Commissario del Raggruppamento Divisioni Patrioti “Alfredo Di Dio”.
Lo svolgersi degli eventi, osservati da un punto di vista particolare, essendo il protagonista nel Gruppo Comando della Divisione Valtoce, agente del SIP (Servizio Informazioni Partigiane, poi SiMNI, Servizio Informazioni Militari Nord Italia) e addetto stampa, è riferito con linearità e con chiarezza sia nella descrizione dei luoghi, che delle persone. Il diario è dedicato dall’autore stesso alla memoria di Alfredo Di Dio, medaglia d’oro al valor militare, caduto a Fìnero il 12 ottobre 1944. Il libro è illustrato da un ricco apparato fotografico (più di 90 fotografie), formato da immagini di luoghi e di persone tratti da archivi privati e dall’Archivio del Museo partigiano “Alfredo Di Dio” di Ornavasso. Precedono nella pubblicazione: il testo originale, che l’autore presenta come “uno scarno documentario, composto di annotazioni varie, raccolte durante tutto il periodo descritto”; una presentazione di Giovanni A. Cerutti (direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Novara); una premessa storica di Margherita Zucchi. Questi scritti, uniti all’ampia annotazione per ognuno dei venti capitoli, insieme alle testimonianze raccolte, fanno di questo libro anche uno strumento interessante e utile per un uso scolastico.