Il Presidente di Confindustria Cuneo ha chiesto che venga fermata l’approvazione in Senato della legge di stabilità
Domenica 14 dicembre 2014 – 17.00
Con una lettera molto dura ai Parlamentari cuneesi eletti in Italia ed in Europa, il Presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi ha chiesto che venga fermata l’approvazione in Senato dell’emendamento alla legge di stabilità che, in base al meccanismo del “reverse charge”, prevede che i fornitori della grande distribuzione emettano fatture senza l’applicazione dell’IVA (cessione di beni a ipermercati, supermercati e discount).
“Tale misura, che viene spacciata come lotta all’evasione fiscale – denuncia Biraghi – non consiste in altro che in un prestito forzoso e senza interessi concesso allo Stato dalle aziende che forniscono i beni di consumo alla distribuzione organizzata. La sua portata è devastante: moltissime imprese fornitrici resteranno senza liquidità perché non incassando più l’IVA, saranno costrette a chiedere il rimborso che riceveranno solo dopo anni di attesa e solamente se saranno in grado di fornire una fideiussione.
In questo modo, lo Stato drenerà almeno 10 miliardi di liquidità alle aziende fornitrici della GDO, favorendo inoltre i prodotti esteri che non risentono di questa normativa. Risultato: una catena inarrestabile di fallimenti, la chiusure di migliaia di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Ogni Parlamentare cuneese, eletto in Italia o in Europa, deve essere conscio del danno che provocherà questo sciagurato provvedimento che inciderà in modo particolare sul territorio della nostra provincia d ove l’agro alimentare e l’industria manifatturiera sono fortemente presenti. Confindustria Cuneo chiede con forza un vostro intervento di rottura forte e chiaro nei confronti di questo provvedimento che se venisse approvato anche dal senato porterebbe alla distruzione di una larga fetta del tessuto produttivo della nostra nazione.
Vi chiedo pertanto di non attendere oltre – conclude Biraghi – ma di prendere immediatamente una posizione chiara ed inequivocabile, perché tali misure non vengano mai adottate”.