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Occorre correggere le rotte finanziarie delle piccole e medie imprese

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Piumatti: “Occorre il recupero della intuizione dei distretti produttivi come strumento per adempimenti fiscali”

Venerdì 2 gennaio 2015 – 17.10

l peggioramento degli indicatori industriali, in particolare per il segmento delle Pmi, con riferimento anche alle attese per la prima parte del nuovo anno, dimostra quanto sia da subito necessario correggere la rotta delle attuali politiche finanziarie codificate nella legge di stabilità in vigore da Capodanno.

 

Anche perché, se il Piemonte piange, il Cuneese non ride. Le rilevazioni del sistema Unioncamere sono chiare: oltre 4500 posti di lavoro persi nell’ultimo trimestre su base regionale, di cui 180 nella Granda, sebbene quest’ultima possa consolarsi per il fatto di essere, dopo Torino, la provincia con il maggior numero di assunzioni espresse con riferimento ai tre mesi in questione, ben 2780.

 

Le nostre Pmi cercano di reagire – commenta Giuseppe Piumatti, Patron di Bra Servizi e di Confapi Piemonte – ma in assenza di una solida e stabile cornice istituzionale di riferimento anche i settori trainanti o eccellenti rischiano di accusare il freno. Le rilevazioni più autorevoli, in effetti, tendono a confermare quanto era già emerso dalle percezioni interne alla nostra Confederazione, ossia la venuta meno del ruolo propulsivo di quel segmento intermedio che garantiva la transizione dalla piccola alla grande impresa, ma che ora rischia il corto circuito.

 

La sola maniera per rilanciare questo circuito virtuoso, che permetteva alle piccole imprese di aspirare a sviluppi su vecchi e nuovi mercati magari anche crescendo di dimensione, è il recupero della intuizione dei distretti produttivi come strumento a cui ricondurre la generalità degli obblighi e degli adempimenti fiscali, burocratici e finanziari gravanti sulle singole partite Iva“.

 

Secondo il dirigente di categoria, “la circostanza che anche nell’anno dell’Expo, evento che deve collocare l’Italia come rinnovata protagonista sulla scena internazionale dello sviluppo sostenibile, il ritorno del nostro Pil al segno più non sia scontato deve indurre a una profonda riflessione i decisori politici pubblici, in quanto una manifestazione, per quanto autorevole e unica come quella di cui parliamo, non può supplire a una serie di deficit strutturali che rimangono tali. Per esempio, il finanziamento della decontribuzione ai neo assunti, ottenuto prosciugando il fondo per le assunzioni dei disoccupati di lunga durata, rischia di essere una manovra a somma zero, in un contesto di pressione fiscale e contributiva crescente. Ciò che serve è un Expo delle Pmi e dei Distretti, allora sì che la differenza si vedrà. Perché i bonus o sono tali o celano altri malus“.

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