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Fiori e matite insieme contro l’ottusità dell’orrore

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Anche l’Italia dopo lo sbigottimento del primo momento scende in piazza a Torino, Firenze e Roma

Venerdì 9 gennaio 2015 – 10.20

I giornali nazionali hanno mandato in stampa foto e vignette di matite spezzate, che in queste ore nel mondo hanno manifestato il dissenso contro la barbarie, mentre in migliaia a Torino ieri sera hanno detto “Noi non siamo come loro”.

 

 Un moto d’orgoglio ha unito tutti coloro che credono nella libertà d’espressione, nel valore della satira, nella luce che si oppone all’oscurità di un inverno fattodi precetti rielaborati a proprio uso e consumo, che poco o nulla hanno a che fare con le religioni, se non per qualche etichettatura di comodo o frase ad effetto pronunciata mentre si imbraccia un kalashnikov.

 

Tante voci insieme, anche quelle della comunità islamica, che nelle prime ore dopo il massacro si sono riunite da Parigi a Vienna, da Londra a Buenos Aires, mentre l’Italia timidamente incerta aspettava. Ieri sera infine la decisione di esserci, di gridare il proprio dissenso, a Torino come a Firenze e a Roma.

 

L’Ucoii (l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia), ha scritto subito il suo pensiero sulla terribile strage “Demoni criminali perfettamente addestrati e spietati hanno perpetrato oggi una spaventosa strage contro la redazione del noto giornale satirico “Charlie Hebdo” a Parigi. Dodici persone hanno perso la vita, giornalisti e vignettisti oltre a due agenti di polizia.
Non abbiamo nessun bisogno di dissociarci, niente come questa prassi assassina è estraneo alla nostra religione e alla nostra etica e pratica civile e tuttavia vogliamo esprimere, oltre alla costernazione, cordoglio e la vicinanza alle famiglie delle vittime, anche la nostra rabbia nei confronti di chiunque abbia pianificato e messo in atto questo sanguinoso atto criminale. L’augurio che esprimiamo è che i molti milioni di musulmani di Francia e d’Europa non subiscano l’ennesima ingiusta criminalizzazione e che quanto prima venga fatta piena luce sulla drammatica vicenda“.

 

A Torino, ieri sera, migliaia di persone hanno manifestato, con fiaccole e candele, in piazza Castello. In tanti hanno alzato i cartelli ‘Je suis Charlie’, ma anche vignette. Il tutto si è svolto in un commosso silenzio. Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco di Torino Piero Fassino con il gonfalone del Comune, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, i segretari del Pd regionale Davide Gariglio e di quello provinciale Fabrizio Morri, Giampiero Leo per Ncd, molti consiglieri comunali e sindacalisti. In piazza Castello anche il direttore della Stampa, Mario Calabresi, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia.

 

Se siamo davvero in guerra – ha detto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparinodobbiamo capire dove abbiamo sbagliato. Non si può più porgere l’altra guancia“, aggiungendo: “E’ un modo per testimoniare la nostra solidarietà al popolo francese e per rimarcare l’attaccamento a uno dei valori fondamentali della civiltà, la libertà di stampa e di espressione. Siamo vicini alle vittime, alla Francia tutta, a un popolo cugino”.

 

L’unica risposta sensata resta quella della critica e del dissenso, senza cadere nel gioco dei terroristi, di un odio che separi Islam e Cristianesimo, in nome di un gesto di efferata crudeltà e ottusità di cui è responsabile solo la lucida follia di chi se ne è macchiato. Il sonno della ragione genera mostri.

 

S.V.

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