La prostituzione, se autonoma ed abituale, equivale ad altre attività economiche
Giovedì 15 gennaio 2015 – 12.15
Gli Ispettori della Compagnia di Cuneo hanno recentemente concluso due distinte verifiche fiscali nei confronti di altrettante donne straniere, entrambe residenti nella Granda, che, in base agli elementi acquisiti, risultano aver svolto l’attività di prostituzione.
Secondo un orientamento ormai consolidato della Corte di Giustizia UE, la prostituzione, se autonoma ed abituale, equivale ad altre attività economiche e “costituisce una prestazione di servizi retribuita”. Di conseguenza le Commissioni Tributarie italiane e la Corte di Cassazione, concordano nel qualificare a tutti gli effetti come “reddito” il compenso derivante dal meretricio.
Le Fiamme Gialle hanno agito sulla base di alcune risultanze finanziarie “sospette” segnalate dagli Organi centrali e dalla Banca d’Italia; per questa ragione le due interessate, prive di una stabile occupazione, sono state convocate ed invitate a rendere conto della provenienza delle cospicue somme di denaro a loro imputabili nel recente passato.
I verificatori si sono anche avvalsi dei controlli e delle identificazioni svolte, nel corso degli anni, da altre Forze di Polizia dai quali risultava che le predette erano dedite al meretricio.
L’insieme degli elementi raccolti, in assenza di altre giustificazioni plausibili fornite da parte delle due donne, ha permesso di imputare le anomale disponibilità di denaro all’attività di prostituzione.
Gli accertamenti hanno avuto riguardo all’ultimo quadriennio ed hanno tenuto conto del tenore di vita, delle disponibilità bancarie e postali nonché delle possidenze immobiliari delle due controllate: entrambe le donne risultavano infatti aver acquistato immobili in provincia.
All’esito delle verifiche sono stati complessivamente contestati ricavi non dichiarati per oltre € 200.000 ed IVA dovuta per circa € 30.000.