42 morti in provincia di Cuneo, il 50% in meno di 10 anni fa
Nel 2014 le vittime della strada in provincia di Cuneo sono state 42 contro le 105 del 2004, un dato ridotto del 50% in dieci anni e ancora di più rispetto ai numeri statistici riferiti agli anni precedenti che, con i 122 morti del 2000, vedeva la Granda ai vertici nazionali negativi, con un numero di vittime quasi doppio rispetto alla media italiana.
Si tratta di dati parziali (http://www.sicurezzastradalepiemonte.it/it/monitoraggio-incidenti/incidenti-tempo-reale/incidenti-tempo-reale) ma che danno un’idea dell’andamento del fenomeno. Bilancio drammatico, ma comunque positivo se si considera che diminuiscono gli incidenti, ma soprattutto il numero delle vittime, il più basso degli ultimi 14 anni dal 2000 ad oggi.
Tante le ragioni che hanno consentito di raggiungere un risultato così importante, anche richiesto dall’Europa: il nuovo Codice della strada, con patente a punti, etilometro, multe più severe, oltre a sistemi di controllo della velocità (tutor), nuove forme di protezione passiva proposte dalle casa automobilistiche, maggior consapevolezza del pericolo e quindi più prudenza, e anche la crisi economica con la conseguente riduzione della mobilità complessiva.
I dati sulla mortalità stradale nella Granda dal 2000 ad oggi hanno superato i triste primato dei 1.000 morti in dodici anni. Le vittime sono state 122 nel 2000, 115 nel 2001, 116 nel 2002 e 2003, 105 nel 2004, 83 nel 2005, 71 nel 2006, 78 nel 2007, 72 nel 2008, 57 nel 2009, 68 nel 2010, 51 nel 2011, 51 nel 2012 e 48 nel 2013. Tra le cause principali delle morti su strada in Granda ci sono l’estensione geografica del territorio (3.500 km solo di strade provinciali) e l’assenza di grandi centri, causa di spostamenti frequenti per lavoro, salute, istruzione, divertimento.
Tra le categorie più a rischio ci sono gli anziani, utenza debole delle strade, se si considera che nel 2014 dei 42 morti ben 7 erano pedoni o ciclisti anziani investiti sulle strisce o a bordo strada. Prevenzione, controlli e prudenza restano quindi gli strumenti principali per combattere il fenomeno, anche perchè gli interventi di manutenzione e miglioramento della viabilità sono oggi sempre più difficili da realizzare a causa dei gravi tagli alle risorse economiche.