Il discorso di insediamento del neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto le premesse perché la figura del Garante dello Stato possa essere davvero una figura in cui tutti possono riconoscersi.
Nella prima parte il discorso più politico del Presidente. Nei passaggi più importanti un voler essere “arbitro imparziale” e l’augurio che i giocatori saranno “corretti”. Il plauso alla presenza di donne e di giovani in Parlamento, ognuno con le proprie idee, spesso in contrasto con vecchie logiche ma che deve avvenire sempre senza rappresentare solo ottiche parziali ma essendo rappresentanti di un intero popolo. La reale necessità della riforma della Costituzione. La volontà di essere un presidente degli italiani, ma anche dei connazionali all’Estero e delle comunità di stranieri presenti nel nostro Paese. La lotta forte alla mafia e alla corruzione, con il richiamo alle parole di Papa Francesco sui corrotti, il sentirsi parte integrante della comunità europea, l’impegno perché i valori della Costituzione, in questi anni svuotati dalla crisi economica e sociale tornino ad essere veri e reali: lavoro per i giovani, attenzione al rispetto per la salute, per i disabili, per la famiglia e per la libertà personale e intima di ognuno.
Il patto costituzionale ha senso se si dà seguito alle esigenze della gente, in quanto “la democrazia si costruisce giorno per giorno e deve sposarsi con le esigenze del paese”.
Poi una parte più programmatica, costellata da continue interruzioni in aula per lunghi applausi, in cui il presidente ha fatto riferimenti precisi, all’unità nazionale, non solo geografica, alla libertà, alla garanzia della sicurezza anche nei luoghi del diritto allo studio, all’attenzione alle fasce deboli, al sostegno alle forze dell’ordine, all’esigenza che venga superato il digital divide, alla sicurezza delle donne, al pluralismo dell’informazione, al mantenimento dei valori conquistati con dolore e fatica dalla Resistenza, al fatto che per poter avere fiducia nelle istituzioni deve esserci un impegno concreto perché vengano rispettate e onorate.
Per ogni singola citazione, a persone che hanno incarnato i valori: per la lotta alla mafia Falcone e Borsellino, per il ricordo delle vittime del terrorismo Stefano Tachè, il bimbo di due anni ucciso nell’attentato alla Sinagoga di Roma nell’82, ricordato come “uno dei nostri bambini, un bambino italiano”. La veloce risoluzione della questione Marò, il ricordo delle vittime dei recenti fatti di Parigi, il tributo di sangue versato dai nostri militari all’Estero ma ance il ricordo dei tanti civili impegnati nella cooperazione civile e internazionale con i nomi dei nostri connazionali dispersi.
S.V.
Per il testo integrale:
http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=3