Uncem lancia un appello alla Regione e al Ministero delle Politiche agricole e forestali: con i nuovi fondi europei in particolare del Programma di sviluppo rurale devono essere finanziati interventi per la rivitalizzazione dei borghi alpini. Proprio come avvenuto con il bando regionale del Psr 2007-2013, promosso nel 2008: 40 milioni di euro hanno permesso di ridare vita a 34 borgate alpine e appenniniche abbandonate. Un’azione che ha fatto scuola in Italia, permettendo ai Comuni e ai privati di ristrutturare immobili e inserire nei “villaggi” – secondo la definizione del Psr – nuove attività produttive, turistiche, agricole, artigianali.
“Nella nuova bozza di Psr già inviata dalla Regione a Bruxelles – spiega Lido Riba, presidente Uncem – la misura dell’asse 7 per la rivitalizzazione dei borghi è stata trasformata e orientata al mantenimento dei servizi. Le esigenze concrete dei Comuni però sono molto diverse rispetto a quanto scritto nel piano di sviluppo rurale. Come fatto nel 2008, con un bando al quale hanno preso parte 100 Comuni con altrettanti borghi da rivitalizzare, oggi la Regione deve pensare a una misura che come allora finanzi gli enti pubblici, e i privati proprietari degli immobili. Un bando capace di premiare la rigenerazione dei villaggi che passa dalla trasformazione urbanistica e architettonica. Gli studi socio-economici dell’Ires fatti per conto della Regione nel 2008 dimostrano come la nuova economia della montagna passi dal recupero di luoghi abbandonati, di aree con un alta vocazione ambientale e paesaggistica. Questo anche nella direzione positiva di limitare in tutto il Piemonte il consumo di suolo, tema sul quale si sta lavorando a livello legislativo”.
“I Comuni – prosegue Riba – non siano estranei da questi interventi di privati e imprese: oggi è possibile per gli enti pubblici agevolare queste possibilità, come già molte amministrazioni hanno fatto. Ad esempio mappando baite e ruderi in vendita, organizzando con i privati la promozione, facendo azioni di marketing come quella avviata su Ebay. Per i Comuni montani, gli interventi di ristrutturazione e l’insediamento di nuove imprese rappresentano un motore economico del territorio fino a ieri impensabile. La Montagna piemontese si trova nelle condizioni delle Langhe trent’anni fa. Alcune vallate e alcuni Comuni già in una fase avanzata di costruzione delle nuove possibilità di crescita e sviluppo, che è anche culturale e di comunità. Il percorso è iniziato per tutti”.
“Nelle ultime ore – evidenzia Marco Bussone, coordinatore per Uncem del progetto Borghi Alpini – stanno arrivando diverse manifestazioni di interesse per l’acquisto e la rigenerazione di Borgo Gilli, a Perosa Argentina, in Val Chisone. Otto immobili, quasi un ettaro di terreno e bosco: con un milione di euro complessivi quella borgata torna a vivere. Permettendo il presidio e il mantenimento di un versante, ma anche uno sviluppo economico della montagna di nuovo conio. Ebay apre nuove occasioni di promozione e nuove potenzialità di far conoscere l’immenso patrimonio edilizio dismesso del territorio. Non è solo una provocazione. È evidente che serve un impegno istituzionale, dei Comuni e delle Unioni montane di Comuni che devono inserire questo tema della rivitalizzazione del patrimonio edilizio dismesso nei loro piani di sviluppo. E serve un impegno della Regione Piemonte per mettere questa rinascita dei borghi alpini, come avvenuto in altre aree alpine, al centro delle politiche di sviluppo. Non servono soldi del bilancio dell’ente, ma un opportuno e chiaro indirizzo per l’uso dei fondi europei del Psr. Chi vuole capire meglio il valore degli investimenti fatti con le risorse UE, vada a Monastero di Lanzo, Druogno, Massello, Pietraporzio, Castelmagno, Ostana, Soprana, a scoprire borghi come Baltigati, Valliera, Sant’Antonio, Pontebernardo, Roberso, Orcesco. E così vedrà cosa ha voluto dire unire pubblico e privato per rendere la montagna più attraente, più bella e viva”.