Oltre 500 allevatori a Torino in difesa di latte e carne cuneesi | La difficile situazione del mercato in un documento consegnato ai rappresentanti istituzionali, provinciali e regionali

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Nonostante la neve, ha riscosso l’atteso successo la manifestazione indetta a Torino da Coldiretti per denunciare la situazione di crisi, sia per quanto riguarda il prezzo del latte alla stalla, sia per i bassi prezzi della carne al momento della vendita dei bovini.

Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo: “Siamo qui oggi numerosi dalla Granda poiché riteniamo che la zootecnia da carne e da latte rappresenti un fiore all’occhiello per la provincia di Cuneo. Ma soprattutto, sono un grande momento occupazionale anche nelle zone montane e periferiche, dove se scompaiono gli allevamenti si rischia l’abbandono. Chiediamo attenzione al mondo politico e vorremmo con gli industriali e con la grande distribuzione costruire contratti di filiera, dove anche la produzione abbia il giusto riconoscimento economico”.

 

Oggi, il latte viene pagato alla stalla, quando va bene, un prezzo che varia tra i 34 e i 36 centesimi al litro. Vi è l’esempio virtuoso del contratto Coldiretti – Compral latte – Inalpi – Ferrero, il cui prezzo è stabilito su basi scientifiche, tenendo conto delle oscillazioni sia dei prezzi di vendita dei prodotti trasformati, sia del costo delle materie prime. Oggi, grazie anche ad un accordo, ai produttori in filiera viene riconosciuto un premio qualità. Il prezzo finale attualmente è intorno ai 38 centesimi il litro. Questa la situazione del prezzo del latte alle nostre stalle, ma il consumatore ha continuato a pagare il latte  fresco  oltre 1,30 euro al litro. Questo a significare che i bassi prezzi pagati agli allevatori dall’industria di trasformazione non hanno giovato ai consumatori.
Il prezzo indicizzato, non riconosciuto, almeno a parole dall’industria di trasformazione, rappresenta comunque un punto di riferimento, dopo che a livello regionale, da anni non si riesce ad ottenere un prezzo del latte alla stalla concordato tra i vari attori della filiera.

 

Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: “La nostra è una zootecnia di eccellenza. Gli sforzi compiuti dagli allevatori e dall’assistenza tecnica con il miglioramento genetico nel latte, ma soprattutto nella carne, non sono affatto riconosciuti dal mercato. Oggi abbiamo razze da carne che riutilizzano i cereali della nostra terra, che hanno conquistato fette di mercato importanti, non solo nelle macellerie tradizionali, ma anche nei supermercati. Coldiretti continuerà a lavorare per potenziare queste filiere nell’interesse di tutta l’economia”.

 

Nel settore della carne, si è cercato di allargare il mercato portando fuori dal Piemonte la razza autoctona, stipulando accordi di filiera con catene come McDonald’s, Inalca del Gruppo Cremonini. Recentemente, l’accordo Buitoni – Nestlé con la Mec di Montanera per utilizzare carne cuneese nel ripieno dei ravioli, rappresenta un passo avanti nella collaborazione vera tra mondo allevatoriale e trasformatori e industria agroalimentare.
Purtroppo, sui consumi, pesa la crisi economica che attanaglia le famiglie occidentali. Si mangia meno carne (i consumi sono diminuiti del 3,2 per cento negli ultimi 10 anni). Si beve meno latte (125 grammi al giorno, contro i 250-375 raccomandati dalle Linee guida di una corretta alimentazione). In Piemonte si producono 9.627.630 quintali di latte, ma ne sono importati 3.500.000: nella nostra provincia, si producono annualmente 5.055.210 quintali di latte ed il patrimonio di bovini è di 405.800 capi.
La difficile situazione del mercato della carne e del latte è stata descritta in un documento che è stato consegnato ai rappresentanti istituzionali, provinciali e regionali.