Un’eredità contesa è culminata con gli arresti domiciliari per S.M., sessantenne di origini pugliesi ma residente nel torinese, condotto presso il proprio domicilio dai militari del Nucleo Polizia Tributaria Torino al termine delle indagini coordinate dal Dr. Alberto Benso, Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica.
La vicenda ha avuto inizio quasi dieci anni addietro, con la morte di uno zio dell’arrestato, celibe e senza discendenti diretti. Fra i nipoti è iniziata una contesa legale per la suddivisione del cospicuo patrimonio immobiliare lasciato dal de cuius: appartamenti, case e terreni del valore di circa 6 milioni di Euro, dislocati fra Roma, Genzano Romano e Velletri. Nel 2013, dopo il fallimento dell’ennesimo tentativo di concili azione, S.M., inaspettatamente, ha presentato ad un notaio di Torino un foglio manoscritto attribuito allo zio, secondo cui lo stesso S.M. era stato nominato erede universale già nel lontano 1980.
Tuttavia, le circostanze del ritrovamento sono apparse quanto meno sospette. Infatti, secondo la versione del nipote, in occasione di taluni lavori presso un’abitazione nella sua disponibilità, un quadro, involontariamente urtato, cadendo avrebbe rivelato l’asserito testamento olografo all’interno dell’incavo della cornice.
Il racconto, ritenuto inverosimile dagli altri eredi, ha indotto questi ultimi a sporgere denuncia, dalla quale sono partite le indagini.
Queste, svoltesi con assunzioni di testimonianze e consulenze tecniche (tra le quali anche perizie calligrafiche) hanno evidenziato numerose incongruenze, che hanno portato ad escludere la genuinità del testamento.
Inoltre, lo stesso S.M., una volta ottenuta l’intestazione degli immobili a proprio favore, ha tentato – mediante un complice – di simulare la vendita di tali beni, peraltro dichiarando dei prezzi di cessione di gran lunga inferiori agli effettivi valori di mercato, così da rendere ancora più arduo per gli altri eredi un eventuale recupero delle proprie quote.
Così, in relazione al reato di falso in scrittura privata, aggravato dall’età delle persone offese e dall’entità dei beni in questione, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, dott. Massimo Scarabello, ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero e
disposto l’arresto di S.M.. Nel contempo, la Guardia di Finanza di Torino ha eseguito il sequestro preventivo di tutti gli immobili interessati dalla vicenda.