Sondos Azza, giovane studentessa e attivista del movimento Youth Against Settlements (YAS) e Najwa Amro, impegnata nell’emancipazione femminile,saranno ad Alba mercoledì 25 febbraio, alle ore 21, al Centro Giovani H Zone per l’incontro “La forza delle donne. Resistenza nonviolenta in Palestina” nell’ambito della campagna internazionale Open Shuhada Street.
L’iniziativa è organizzata da: Comune di Alba, Centro Giovani H Zone, Ufficio della Pace, Consulta comunale per le pari opportunità, Donne in Nero Contro la Guerra, Assopace Palestina “Vita, Terra, Libertà”.
La antica città di Hebron, in territorio palestinese, è occupata da quattro insediamenti di coloni israeliani. Protetti dall’esercito, hanno di fatto diviso in due la città e trasformato la via centrale – Shuhada street – in una strada morta.
Dal 2010 ogni anno in tutto il mondo si organizzano eventi intorno al 25 febbraio, per chiedere uguaglianza, rispetto dei diritti umani a Hebron, la riapertura di Shuhada Street e la fine della occupazione militare israeliana.
Che cosa è Shuhada Street: è la via principale di Hebron, città dove vivono 170.000 palestinesi e 600 coloni israeliani. Una volta sede principale dei commerci cittadini, Shuhada Street oggi è completamente inaccessibile: negozi e botteghe sono stati sigillati, persino le porte di accesso alle abitazioni sono state murate dall’esercito israeliano. Riaprirla è un primo passo verso la libertà e la giustizia per il popolo palestinese.
Come si è arrivati a questo punto: nel 1967, un gruppo di ebrei occupò un hotel a Hebron, rifiutando di lasciarlo. Da allora il processo di espansione della presenza ebraica nella cosiddetta “città dei patriarchi” è proseguito in modo esponenziale, sia nell’interno della città che all’esterno. Il 25 febbraio 1994, un colono fece irruzione nella moschea di Abramo e aprì il fuoco sui musulmani in preghiera: 29 le vittime Dopo questo episodio, Shuhada Street, dove si sono insediati i coloni, è stata chiusa ad auto e pedoni palestinesi e la città divisa in due parti: H1, sotto il controllo palestinese, e H2, il centro storico con i principali edifici religiosi, sotto il controllo israeliano.
Quale la situazione oggi: check point e telecamere sono ovunque in quella che è ormai diventata una vera e propria ‘città fantasma’. ‘Morte agli arabi’, sono scritte che si vedono di frequente sui muri, le finestre delle abitazioni palestinesi e persino ciò che resta del mercato, sono difese da reti metalliche per evitare il lancio di sassi e di oggetti da parte dei coloni. I palestinesi sottoposti a continui controlli, le attività commerciali ridotte al minimo. Le provocazioni dei coloni, con la protezione dell’ esercito israeliano, e il loro tentativo di occupare altre case palestinesi sono continue.
Youth Against Settlements (Gioventù Contro gli insediamenti) è un gruppo di attivisti palestinese, non partitico e non religioso, con sede a Hebron, che cerca di porre fine alle attività di insediamento israeliane in Palestina attraverso la lotta popolare nonviolenta e la disobbedienza civile. Accanto a pacifisti internazionali, protestano in modo nonviolento contro gli insediamenti e l’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi, pagando quotidianamente il loro attivismo con ingiustificati arresti e detenzioni, nonché quotidiane provocazioni e violenze da parte dei coloni.
Dignità e diritti inalienabili per tutti, rispetto del diritto alla vita e rifiuto della violenza, uguaglianza senza distinzione di religione, etnia, cultura o sesso, sono i principi a cui si ispira la loro attività, insieme all’obiettivo di una risoluzione del conflitto in Israele e Palestina conforme al diritto internazionale.