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Resoconto della riunione della Costituente dei Beni Comuni | Tanti i temi trattati con la partecipazione dei cittadini

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Si è tenuta nella serata di venerdì scorso la prevista assemblea pubblica della Costituente dei Beni Comuni di Cuneo, per fare un bilancio di metà mandato sul suo ruolo di opposizione ed ovviamente sull’operato della maggioranza del sindaco Borgna.

 

Diversi cittadini di Cuneo hanno risposto a questo invito con la loro presenza e soprattutto con i loro interventi al dibattito finale che si è protratto fino a mezzanotte (grazie anche alla disponibilità della custode della sala).

 

I due consiglieri comunali della Costituente e gli altri cinque relatori hanno spaziato su molti temi che riguardano il futuro di Cuneo ed hanno riportato le iniziative e le azioni che il gruppo ha portato avanti in questo periodo.

 

Innanzitutto – dichiarano gli organizzatori – abbiamo evidenziato il ruolo di “attori della trasparenza” che ha consentito ai due eletti di portare “fuori dalle sacre stanze” tutte le decisioni prese o mancate da questa amministrazione, liberi da ogni condizionamento esterno anche di chi si sente e spesso viene riconosciuto “arbitro insindacabile”.
In questo facendo risaltare quella che a nostro avviso è la peggiore pecca, quella della mancanza di un progetto politico globale capace di “guardare al futuro”.

 

Abbiamo parlato di protezione del paesaggio: viale Angeli, baluardi, aree agricole fuori dal perimetro urbanistico consolidato. Di salvaguardia architettonica dei luoghi simbolo di Cuneo (piazza Galimberti), del faraonico piano regolatore che vorrebbe cementificare molto del territorio pur in mancanza di reali necessità e con il mercato immobiliare praticamente fermo. Abbiamo legato tutto questo alla emergenza abitativa che invece attanaglia la larga fascia di persone che aspirano alla edilizia pubblica residenziale o che non possono permettersi di pagare gli affitti determinati dal mercato pur in presenza di tanti alloggi sfitti o degradati (come ad esempio quelli del PUF)
Abbiamo qualificato il suolo vergine come bene collettivo della comunità da sottrarre alla speculazione”

 

Suolo che si vorrebbe consumare anche con lo spropositato progetto della tangenziale autostradale, alla quale siamo profondamente contrari anche perché a tutt’oggi l’amministrazione non ha mai fornito dati attendili sulle reali consistenze del traffico e sul giovamento che potrebbe venire da quest’opera per noi inutile.

 

Questo ci ha portati ad addentrarci nel tema della mobilità sostenibile, delle piste ciclabili, dei parcheggi, della pedonalizzazione del centro storico, tutti argomenti che la giunta affronta a spot, spesso senza essere a conoscenza delle ricadute sui cittadini. Abbiamo affrontato il tema dei trasporti pubblici locali da sottoporre ad un progetto di riformulazione generale capace di coniugare il miglioramento del servizio all’utenza e quindi il suo utilizzo, con l’eliminazione si sprechi ed inefficienze (mancanza del BIP) spesso generate da sovrapposizioni ed esigenze delle ditte di gestione. Per i trasporti extraurbani ci siamo focalizzati sui collegamenti ferroviari con Torino, la Liguria e la Francia: una lotta che ci ha visti in prima linea per pieno recupero della Cuneo-Nizza.

 

Per l’acqua pubblica, dopo aver informato l’assemblea sulle scadenze imminenti (30 settembre) per la scelta della forma di gestione da applicarsi a tutta la provincia, abbiamo fatto risaltare l’assenza di una vera azione politica capace di cerare condivisione sul rispetto dell’esito referendario del 2011, con le altre sei sorelle. La giunta Borgna si è posta un obiettivo minimale di difesa dell’esistente che ora viene reso impercorribile dalle norme poste dal decreto sblocca Italia.

 

La cultura è per noi l’emblema della mancanza di progettualità: l’aver abbinato l’assessorato competente e la relativa Commissione consiliare alle competenze sul bilancio ha portato alla totale eliminazione della discussione consiliare in merito. L’esternalizzazione del Monviso, la gestione di San Francesco, l’immobilismo delle gestioni del museo e di casa Galimberti, il sovrautilizzo del Toselli, sono la diretta conseguenza di questa gestione “contabilistica” della cultura. Abbiamo proposto un progetto di museo diffuso che partendo dalla nuova via Roma sia capace di coinvolgere l’intero centro storico.

 

Abbiamo offerto la nostra completa disponibilità, oltre che a proseguire con la trasparenza che ci ha contraddistinti, a recepire e discutere tutti i suggerimenti che i cittadini ci vorranno dare per le nostre future azioni.
E le persone presenti hanno colto appieno l’invito, entrando da subito nel merito dei temi trattati e portandone di nuovi: la scuola, il coinvolgimento degli abitanti nella definizione del futuro del centro storico, la questione delle richieste di recesso dal diritto all’edificazione presentati da alcuni proprietari di terreni, il superamento del deficit di informazioni veicolate dai media sul territorio.
Soprattutto è venuta fuori la necessità di continuare gli incontri pubblici, magari focalizzando le serate su uno-due temi in modo da poterli meglio approfondire.

 

La nostra disponibilità in merito è completa: ci auguriamo che la partecipazione di un sempre crescente numero di persone possa contribuire a definire quel progetto globale che finora è tanto mancato e che sicuramente non ha contribuito a definire l’intervista di metà mandato rilasciata dal sindaco Borgna“.

 

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