Dieci posti letto da lunedi 23 marzo, altri 10 a regime. È una comunità alloggio per pazienti psichiatrici meno gravi, collocata al secondo piano dell’ex ospedale di Boves che fa capo alla Fondazione Mons. Calandri. Alcuni posti letto potranno essere riservati anche a pazienti con problemi neurologici causati da incidenti, quindi sarà interessato anche l’aspetto più riabilitativo.
Un progetto interessante, che si inserisce in una struttura dove già operano sei medici di medicina generale (di cui cinque in gruppo) ed è attivo un centro di salute mentale. Presto al piano terreno dell’edificio, dove resteranno gli ambulatori di cure domiciliari, saranno attivati anche ambulatori finalizzati a percorsi per pazienti neurologici e psichiatrici.
Gianni Bonelli, direttore generale dell’Asl CN1: “Questa tappa segna l’avvio di un progetto che è in fase di gestazione da un po’ di tempo e che ci porta, da un lato a continuare il discorso di specializzazione delle strutture sul territorio per migliorare l’efficacia delle prestazioni, dall’altro a considerare che presso la struttura sono già in essere attività di psichiatria, con personale dedicato, che possono essere sfruttate”.
Il risultato ottenuto va ascritto a un lavoro sinergico tra tutti gli attori coinvolti, che ha portato, come ricorda il direttore del Distretto di Cuneo Domenico Barbero “a un’azione positiva per ospitare questo percorso.”
Soddisfatto il presidente della Fondazione, Giorgio Rossi, per aver raggiunto l’obiettivo di utilizzare a pieno regime una struttura esistente.
Francesco Risso è direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Asl CN1. Spiega: “La malattia mentale è la prima causa di disabilità nel mondo contemporaneo. E’ perciò importante disporre di una struttura dedicata: e qui, dove già abbiamo un Centro di salute mentale, uniamo efficacia ed efficienza in una città come Boves che è sempre stata accogliente”.
Il nuovo progetto era stato avviato dalla precedente amministrazione comunale e ha trovato il sostegno dell’attuale, guidata da Maurizio Paoletti: “Trascorriamo momenti difficili e la Sanità deve necessariamente essere riorganizzata, ci sono scelte contro le quali ogni resistenza sarebbe anacronistica. Questa struttura rappresenterà una risposta sanitaria non solo per il territorio bovesano”.