Un’ampia platea di imprenditori e rappresentanti delle forze produttive della Granda ha preso parte stamattina, mercoledì 18 marzo, al Centro Incontri della Provincia di Cuneo, al seminario sul Jobs Act e sulla Legge di Stabilità 2015 organizzato da Confindustria Cuneo.
Ad aprire i lavori è intervenuto il vice presidente di Confindustria Cuneo, nonché delegato alle Relazioni industriali Domenico Annibale, che ha messo in luce come “la nuova normativa sul lavoro sia giunta in ritardo di 20 anni e che i suoi benefici si vedranno solo tra due-tre decenni.
Ci sono alcune luci, ma anche molte ombre su una riforma che darà sì dei risultati, ma che contiene troppi lati oscuri per potersi esprimere su una reale efficacia”.
“Ho seri dubbi sulla portata rivoluzionaria di questa riforma – ha proseguito Annibale -. Continuiamo a partire dal principio che le aziende debbano sempre e comunque pagare, indipendentemente dalle condizioni del mercato. Nel nostro Paese purtroppo si continua a non capire che le richieste del mercato, in termini di ordinativi e quindi di produzione, non le fanno gli imprenditori, ma i consumatori. Riconosciamo al Jobs Act di aver modernizzato il nostro non competitivo sistema di regolamentazione dei rapporti di lavoro, ma ci aspettavamo che fosse esteso a tutti i lavoratori, compresi quelli pubblici. Così, infatti, le nostre aziende godranno della maggiore elasticità nei contratti solo tra 20-30 anni. Non solo: il passo in avanti fatto con l’abolizione dell’Art.18 sarà resovano da un aumento del 15% del costo del lavoro per via di accantonamenti destinati ad eventuali ‘risarcimenti’. Aumenteranno le assunzioni nel medio-breve periodo, ma non ci sarà un significativo miglioramento occupazionale. Non scordiamoci – ha concluso Annibale – che per facilità di fare impresa l’Italia negli ultimi due anni è scesa al 56esimo posto. Il Jobs Act è solo una piccola parte di quelle riforme che attendono le aziende per tornare ad essere competitive”.
Il responsabile dell’area Relazioni industriali e sindacali di Confindustria Cuneo, Luigi Campanaro, relatore di giornata, ha quindi fornito uno spaccato sulla confusione che vi è stata in Italia negli ultimi anni in materia di lavoro: “Questa riforma è l’ottava negli ultimi dieci anni. Ogni 15 mesi ne abbiamo avuta una. Dando per assodata la buona fede del legislatore, va da sé che le regole sul lavoro in questi anni non hanno centrato l’obiettivo prefissato”.
Ha poi preso la parola Santo Eugenio Delfino, direttore provinciale sede Inps di Cuneo, che illustrando le agevolazioni contributive per assunzioni a tempo indeterminato e il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, ha reso noto come siano già un migliaio (959 alla data del 17 marzo) le domande di assunzione a tempo indeterminato presentate dalle imprese della Granda. “Ma – ha precisato Delfino – si tratta di lavoratori già legati alle aziende con diversi tipi di contratto. La provincia di Cuneo è particolarmente sana dal punto di vista imprenditoriale, ma non dimentichiamo che siamo passati da una situazione in cui c’erano 8mila persone con assistenza contributiva statale a gennaio 2012, alle 51mila di fine 2014”.
Diego Dirutigliano dello studio associato
De Dominicis di Torino, definendo il Jobs Act come “una misura che contribuirà a dare certezza di regole nel diritto del lavoro, strumenti per migliorare le condizioni di lavoro e creare nelle imprese nuovi posti di lavoro” ha centrato il suo intervento sui contratti di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti e sulla nuova disciplina sanzionatoria per i licenziamenti individuali e collettivi. A chiudere il convegno è stata Elena Angaramo, responsabile ufficio studi di Confindustria Cuneo, che ha messo in luce con alcuni esempi i riflessi delle nuove normative sui costi aziendali del lavoro.