Un bilancio tragico quello dell’attentato a Tunisi che tocca da vicino l’Europa e l’Italia, per le numerose vittime falciate dalla mano dei terroristi. In totale 22 morti, 20 ostaggi e due attentatori. I feriti sono 44, di cui tredici italiani, ricoverati in tre diversi ospedali a Tunisi.
Dalla dinamica dell’attentato, che ha visto morire il primo italiano,Francesco Caldara, novarese di 64 anni, già sul pullman, dove la comitiva di italiani si trovava per visitare la città, sembrerebbe che l’obiettivo fossero proprio le comitive di turisti italiani. Il Governo smentisce, parla di “tragica fatalità”, di gente che si è trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma il fatto che uno degli attentatori parlasse italiano, e che la politica condotta dall’Italia in Libia non piaccia ai jihadisti del Califfato, non sembra così casuale. Almeno così è parso alla maggior parte dei giornalisti italiani, che hanno titolato oggi “Isis contro Italiani”.
In realtà non c’è stata mai una rivendicazione reale da parte dell’Isis/Daesh, ma solo una assunzione indiretta di paternità, come molti analisti dell’area hanno voluto precisare, e il tutto è stato diffuso attraverso canali social, quali twitter, da account “vicini” al gruppo. Sempre dagli stessi account, in arabo, si legge che l’obiettivo non sono gli occidentali, ma i musulmani tunisini, vista l’estrema libertà di cui ha sempre goduto la Tunisia, invisa, per i suoi costumi e la sua politica, al Califfato.
Oggi comunque è il giorno del dolore, anche per l’altra vittima, il marito di Carolina Bottari (ferita e in ospedale), Orazio Conti, informatico che aveva seguito la moglie e la comitiva di amiche, per non perdere l’occasione di un viaggio last minute. Nel gruppo degli ostaggi, per cui si è temuto per ore, anche le altre donne torinesi Anna Bagnale (rintracciata nella notte), Antonella Sesino (dispersa) e Antonietta Santoro. Lavorano all’Ufficio Patrimonio e fanno parte di un gruppo di dipendenti del Comune di Torino in crociera a bordo della Costa Fascinosa. Per loro ore di angoscia, un continuo collegamento telefonico tenuto dal sindaco Fassino con la Farnesina, per avere aggiornamenti.
SV