Lido Riba, Consigliere comunale di Ostana, è stato eletto presidente regionale dell’Uncem dall’assemblea congressuale riunita ieri a Torino, al centro congressi dell’Hotel Fortino. Inizia così il suo terzo mandato alla guida della Delegazione piemontese dell’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.
Ex Consigliere regionale e già presidente dell’Ipla, Riba ha confermato nella relazione di apertura il grande impegno per un nuovo percorso di lavoro, una fase di crescita delle politiche per la montagna, all’interno di nuove strategie regionali e nazionali in favore delle Terre Alte e degli Enti locali, grazie al lavoro con i 553 Comuni montani e le 41 Unioni montane. Il Congresso Uncem ha anche eletto i 78 componenti del Consiglio regionale, due Consiglieri nazionali e i Delegati al Congresso nazionale che si terrà a Torino l’8 e 9 maggio.
“Abbiamo bisogno di un nuovo dialogo con il Governo, di vedere approvata in Parlamento la legge sui piccoli Comuni e la Montagna – ha affermato Lido Riba – Abbiamo bisogno di un generale rilancio delle politiche regionali e nazionali per le Terre Alte. Servono strategie. Uncem può contribuire a individuarle e concretizzarle. La formazione è alla base di questo percorso. Formazione del personale tecnico e politico, assolutamente necessaria in Piemonte. Dobbiamo puntare sulle nuove generazioni, sulla loro necessità di vivere e lavorare nelle aree montane ma anche di impegnarsi in politica e nelle istituzioni”.
Uncem proseguirà, nei prossimi anni, un lavoro intenso sui temi dello sviluppo: agricoltura multifunzionale, nascita di Sistemi turistici locali, miglioramento delle reti di trasporto, rivitalizzazione dei Borghi alpini grazie ai fondi europei, produzione di energia rinnovabile, programmi per l’innovazione e la riduzione del digital divide. Poi, una serie di vertenze da aprire.
“Come quella sui canoni idroelettrici – ha evidenziato Riba – La montagna genera con l’acqua e la sua forza di gravità un gettito di 1 miliardo e 200 milioni di euro grazie alla produzione energetica. Tornano al territorio le briciole, solo 12 milioni di euro. Non possiamo permetterlo. Servirà un nuovo impegno istituzionale, per combattere questa sperequazione drammatica. Andranno in scadenza le concessioni delle dighe e le gare dovranno riequilibrare il rapporto tra montagna che produce risorse e la città che consuma. Vale per acqua, clima, foreste e tutti i beni eco-ambientali che devono avere un valore, riconosciuto e restituito. Ancora una volta, la montagna ribadisce che non vuole assistenza, ma con un forte impegno politico e istituzionale, la possibilità di usare le sue grandi risorse”.
Nel corso dell’Assemblea congressuale (presieduta da Aldo Boccacci), sono intervenuti il Viceministro Andrea Olivero, l’Eurodeputato Mercedes Bresso, gli Assessori regionali Alberto Valmaggia, Giorgio Ferrero, Aldo Reschigna, i Consiglieri regionali Gian Luca Vignale, Elvio Rostagno e Antonio Ferrentino, il Vicesindaco della Città metropolitana Alberto Avetta, i Deputati Mino Taricco, Francesca Bonomo ed Enrico Borghi. Approvati dall’Assemblea tre ordini del giorno: uno in difesa dei piccoli Comuni e per incentivare le gestioni associate a livello nazionale, uno sul mantenimento degli uffici postali nelle aree montane, uno per chiedere alla Regione Piemonte il rifinanziamento della misura del Piano di sviluppo rurale relativa al recupero dei Borghi alpini. Firmati anche due Protocolli d’intesa, uno con Asproflor che organizza e coordina la rete dei Comuni fioriti, e uno con il Network Casa Clima.
A concludere i lavori è stato il presidente nazionale dell’Uncem, il deputato Enrico Borghi che è anche presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna. “Oggi il sistema montagna accetta la sfida del cambiamento – ha detto – non come soggetto passivo, ma con i sindaci e gli amministratori che vogliono governare il percorso. In Piemonte, dopo una legge regionale che voleva distruggere tutto e piallare enti e territorio, è stato fatto un miracolo con la nascita di 41 Unioni montane di Comuni, dal basso. Vediamo tutti i limiti della mappa, la forte frammentazione, le differenze di dimensione tra gli enti. E allora dobbiamo fare un passo in più. La legge Delrio sull’associazionismo comunale deve essere attuata, con misure incentivanti che introdurremo. Come dovremo riconoscere il differenziale per la montagna nella local tax. La vera sfida oggi per i Comuni e anche per l’Uncem è farsi interprete delle esigenze delle comunità, quelle in carne e ossa. Oggi nei Comuni montani italiani, il 70% dei cittadini non ha i diritti di cittadinanza adeguati. Alla logica dell’antipolitica dobbiamo contrapporre un nuovo nostro modo di lavorare. E saremo noi, sindaci e Amministratori impegnati nei Comuni montani a poter dire ai nostri concittadini e alle istituzioni che c’è ed è viva un’altra idea dell’Italia e della politica”.