Abbattimento selettivo per i cinghiali | Coldiretti Cuneo sprona gli Atc e i Ca a metterlo in atto

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La decisione attuale da parte degli ATC e CA Cuneesi di non adottare i piani di contenimento del cinghiale, così come previsto dalla delibera della Giunta regionale piemontese del 13 aprile, ci pare oltraggiosa nei confronti, sia delle richieste dei cittadini che incorrono in incidenti stradali, alcuni recenti anche mortali, sia rispetto ai danni causati alle coltivazioni agricole”.  Questa la posizione di Coldiretti Cuneo espressa ai presidenti degli ATC e CA con una lettera a firma della presidente Delia Revelli e del direttore Enzo Pagliano.

Da una verifica effettuata da Coldiretti e da una lettera dell’assessore regionale alla Caccia, Giorgio Ferrero, risulta che nessuno degli ATC e CA della Provincia di Cuneo abbia aderito ai Piani di prelievo selettivo del cinghiale, così come previsto dalla delibera.

 

Continuano Revelli e Pagliano: “Sappiamo che il mondo venatorio sostiene che non è lo strumento risolutivo, ma questo primo passo compiuto dalla Giunta Regionale su nostra richiesta, lo riteniamo fondamentale per dare un segnale di attenzione dei problemi che riguardano tutti i cittadini. Chiediamo, quindi, agli ATC e ai CA di riconsiderare la posizione, poiché il loro compito non è solo di gestire la caccia, ma quello, ben diverso, di gestire il territorio, cercando di ristabilire equilibri ambientali, la mancanza dei quali genera tensioni”.

 

Coldiretti informa anche di aver ottenuto la caccia al capriolo a costo zero per i cacciatori. Questo dovrebbe rappresentare un incentivo, affinché il prelievo venatorio possa aumentare nei confronti di una specie altrettanto incompatibile con l’agricoltura specializzata.  A tal proposito, Coldiretti Cuneo auspica che i Comitati di gestione non adottino tariffari per il prelievo del capriolo.

 

Concludono Revelli e Pagliano: “Come già più volte evidenziato dalla nostra Organizzazione, la presenza così numerosa di selvatici non è solamente un problema del settore agricolo, ma di tutta la società”.