Via libera definitivo dal Parlamento europeo alla nuova Alcol Strategy 2016-2022. La risoluzione, votata oggi a Strasburgo, indirizzerà l’attività della Commissione europea su questo tema per i prossimi sette anni.
“Abbiamo lavorato per mesi come fronte unito dei parlamentari italiani – sottolinea l’eurodeputato Alberto Cirio, co-relatore della risoluzione – per scongiurare il rischio che un attacco all’alcol si traducesse in un attacco al nostro vino. Nelle scorse settimane avevamo già ottenuto due grandi risultati, ovvero il riconoscimento formale della compatibilità tra consumo di vino e stile di vita sano e, quindi, della differenza tra consumo ed abuso di alcol, perché bere un bicchiere di buon vino al giorno non può essere paragonato a berne uno di vodka a colazione. In secondo luogo, abbiamo ottenuto la riscrittura dell’art. 23 che puntava all’introduzione di un “minimum price” uguale per tutti gli Stati Ue, ovvero un’accisa come per le sigarette, che oltre a penalizzare i nostri produttori con un maggiore aggravio fiscale avrebbe avuto l’effetto terribile di assimilare il vino al tabacco, con la possibilità di avere in futuro ricadute anche in termini di etichettatura. L’ho già detto e lo ribadisco: immaginate l’impatto sul mercato di una bottiglia di Brunello di Montalcino o di Barolo delle Langhe con raffigurati nella retroetichetta un fegato affetto da cirrosi.
Su questo tema ogni Paese sarà, invece, libero di decidere autonomamente e, soprattutto, abbiamo ottenuto di verificare quanto una tassazione aggiuntiva incida effettivamente sul consumo di alcol, perché siamo convinti, sulla base dei dati dove una misura proibizionistica di questo tipo è stata già introdotta, che risulterebbe fallimentare.
Oggi poi – continua l’on. Cirio – con il voto finale del Parlamento europeo in seduta plenaria, abbiamo ottenuto la modifica di altri due punti importanti: è stata bloccata l’introduzione di un’età minima per l’acquisto di bevande alcoliche valida in tutta Europa, che puntava (secondo le intenzioni dei proponenti) a 21 anni. Ogni Stato, quindi, continuerà a decidere autonomamente (in Italia, ad esempio, l‘età minima è di 18 anni). In secondo luogo, elemento questo fondamentale, abbiamo eliminato dal testo della risoluzione il divieto di usare risorse pubbliche per promuovere le bevande alcoliche, quindi anche il vino. Se fosse passato questo concetto non avremmo più potuto usare risorse come l’Ocm vino o gli altri fondi europei per la promozione dei prodotti agricoli, che sono stati e rimangono indispensabili per far conoscere in tutto il mondo una delle più grandi eccellenze del made in Italy.
A fronte di questi risultati, rimane aperta, tuttavia, la questione relativa all’indicazione dei valori energetici sulle etichette, cioè quante calorie sono contenute in una bottiglia di vino. Avevamo chiesto di cancellare anche questo punto, che è rimasto invece nel testo finale per una ventina di voti. Un elemento per noi assurdo, perché il vino non è la coca cola: è un prodotto vivo, il cui valore energetico non è sempre lo stesso, ma legato alla terra in cui nasce, all’andamento delle stagioni. Purtroppo questo apre la possibilità di una proposta legislativa sull’argomento da parte della Commissione Ue. Se ciò dovesse accadere – conclude l’on. Cirio – faremo tutto il possibile per bloccarla, perché un conto è l’informazione corretta data ai consumatori, altra cosa invece è pretendere che migliaia di piccole e medie imprese debbano trovarsi ad avere a che fare con una nuova imposizione burocratica, costosa, inutile ed inapplicabile”.