Il via ufficiale ad Expo 2015 l’ha dato il nostro Premier poco fa ed ecco che comincia la sfida italiana al mondo, dopo le polemiche, i ritardi, il “ce la faremo” e il “non ci arriviamo”, finalmente ci siamo.
Ai 190mila italiani, che secondo le stime di Federalberghi, affolleranno la prima giornata, dei nove milioni previsti nei prossimi mesi, il messaggio di Renzi è arrivato forte e chiaro: “Non ci credevano in tanti, grazie al sudore dei lavoratori e delle lavoratrici l’Expo è realtà. Non è ancora scommessa vinta, abbiamo sei mesi per vincerla”, ha esordito il premier, e ancora “Siamo un grande Paese; abbiamo una grande forza, un grande ruolo. Basta piangersi addosso, come vorrebbero i professionisti del ‘non ce la farete mai’. Cari signori professionisti, stamattina avete la vostra risposta”. Più umano e liberatorio il “Ce l’abbiamo fatta” del sindaco Pisapia, mentre il Papa, nel video messaggio inaugurale ha detto: “Sono grato di unire la mia voce” all’Expo, e la mia “è la voce dei pellegrini nel mondo intero, è la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte”.
Poche ore prima dell’inaugurazione si dava la cera ai pavimenti a Palazzo Italia, che avrà uffici e auditorium pronti da qualche settimana. In ogni caso sono oltre 80 sono i padiglioni visitabili, attivi anche le aree di ristorazione, mentre bisognerà aspettare per i punti vendita di Ovs e Excelsior, con t-shirt e gadget (apertura prevista il 18) mentre l’allestimento ideato da Dante Ferretti sarà completato per il 2 giugno, festa della Repubblica, quando a Milano dovrebbe arrivare anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, così come per la fattoria globale 2.0 dell’associazione mondiale agronomi che sarà inaugurata il 14 maggio.
Sono 10 milioni i biglietti venduti finora (più all’estero che in Italia, un milione solo in Cina e negli States, 300 mila in Argentina), mentre notevoli restano le difficoltà riscontrate in ambito lavorativo dai tanti giornalisti che sono rimasti per mesi in attesa di un accredito mai arrivato, per non parlare dei severissimi controlli della sicurezza e di quello che è stato definito da molti “il miglio verde” ovvero i 100 metri che separano la parte interna dall’esterna, dove è impossibile far entrare i carrelli con le troupe televisive, e che ha costretto molte televisioni, come ad esempio Tv Svizzera, a rinunciare a coprire l’evento.
Intanto fuori dall’Expo non mancano le proteste, una trentina di giovani del centro sociale Fornace e del Movimento No-Expo May Day stanno manifestando pacificamente, con uno striscione sul quale compare la scritta “Il belpaese delle opportunità, un Expo di mafia cemento e precarietà”, urlando “No Expo”.
Mentre sui social molti ricordano, in occasione della festa dei lavoratori, anche il giovane 21enne albanese, Klodian Elezi, morto mentre stava lavorando nel cantiere della tangenziale est esterna, a Pessano con Bornago, in provincia di Milano, per conto di una ditta che sta completando i lavori per l’accesso al casello, attraverso un subappalto, che tanto ha animato le proteste dei No Expo nei giorni scorsi. Molti hanno invece scelto di condividere l’esempio bello e positivo che gli operai italiani hanno voluto dare, alla notizia del terremoto in Nepal e la conseguente partenza di molti lavoratori per ricongiungersi con le famiglie, ultimando loro il padiglione del Nepal.
Due esempi di come si può vivere quest’Expo, che ci vedrà protagonisti in un momento di grande difficoltà, col suo motto “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, filo conduttore e si spera, filosofia dell’antispreco, nonostante tutto.
SV