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Gli Home restaurant sono a tutti gli effetti attività economica | Lo afferma una recente risoluzione del Ministero dello sviluppo economico, su sollecitazione della Confcommercio

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Gli “home restaurant”, cioè la trasformazione del proprio luogo di residenza in ristorante, con somministrazione di pasti e bevande a pagamento, è, a tutti gli effetti, attività economica.

Lo afferma una recente risoluzione del Ministero dello sviluppo economico, su sollecitazione della Confcommercio, preoccupati dal diffondersi del fenomeno e dal suo successo, soprattutto grazie al passaparola ed all’utilizzo di internet.

 

La conseguenza è l’obbligo di sottostare  alle regole stabilite per quanti offrono lo stesso servizio in locali pubblici, dalla richiesta di autorizzazione  specifica alla segnalazione dell’avvio attività e del suo espletamento al questore, al cambio d’uso degli edifici, ai controlli sulla sorvegliabilità dei locali, alla certificazione dei requisiti professionali da parte degli addetti alla cucina, al rispetto dell’HACCP, alle regole per gli eventuali dipendenti, all’iscrizione alla Camera di commercio ed all’Inps e ad altro ancora.

 

La disparità tra chi deve sottostare ad un numero esorbitante di dispositivi e chi, invece, si comporta come un privato che ospita qualche parente ed amico facendosi pagare regolarmente – dice Piero Sassone, presidente dell’associazione albergatori e titolari di bar ristoranti e pizzerie aderenti a Confcommercio – è inaccettabile.  Possiamo capire che, in tempi come gli attuali, si faccia di tutto per  dare linfa alla propria imprenditorialità, ma riteniamo irrinunciabile l’esigenza che tutti coloro che svolgono la stessa  attività siano chiamati al rispetto di regole analoghe, cancellando comportamenti tanto diversificati e privilegiati da configurarsi, in qualche caso, come vere e proprie ingiuste disparità”.

 

A livello provinciale, la voce dei ristoratori si è già fatta sentire, con l’invio di una lettera sull’argomento a Prefetto, Questore, carabinieri, Guardia di finanza, Asl, Agenzia delle entrate, Inps e Direzione territoriale del lavoro. Nel documento, trasmesso il mese scorso, si è sottolineato come, in Granda, la novità degli “home restaurant” sia già approdata da qualche tempo alla fase operativa, con l’avvio soprattutto in piccoli centri e la promozione tramite internet. Alcuni sono già stati oggetto di giudizi, regolarmente pubblicati, da parte della clientela.

 

La  risoluzione del Ministero dello sviluppo economico dovrebbe risolvere la situazione, regolamentando, a livello nazionale, migliaia di iniziative, sviluppate soprattutto in grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino e Venezia, oppure in aree periferiche gastronomicamente interessanti per la validità della materia prima disponibile a  livello territoriale. La provincia di Cuneo è una di queste.

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