“Non siamo qui per protestare contro qualcuno. Anche noi – Comuni e Province – siamo parti di Stato e non protestiamo contro noi stessi. Siamo qui “per”. Vogliamo accompagnare il cammino delle riforme, ma non accetteremo di perdere per strada pezzi di territorio che non saranno più recuperati.
Chiediamo allo Stato di ripensare tagli e prelievi per permettere a Provincia e Comuni di funzionare, di continuare a dare i servizi ai cittadini, nel rispetto dei diritti costituzionali e della democrazia, per far ripartire il Paese”.
Così, nel luogo simbolo della democrazia davanti al monumento della Resistenza di Cuneo, il presidente della Provincia Federico Borgna ha aperto, giovedì 28 maggio, la manifestazione dei sindaci della Granda a cui hanno partecipato almeno 180 primi cittadini con la fascia tricolore, oltre a centinaia tra dipendenti provinciali, presidi, famiglie e studenti. Toni pacati, ma anche piena consapevolezza di un momento reso difficilissimo da tagli, prelievi e patto di stabilità.
In prima fila il vice ministro Enrico Costa, i parlamentari Patrizia Manassero (Senato) e Mino Taricco (Camera), l’assessore regionale Alberto Valmaggia, il procuratore capo del Tribunale di Cuneo Francesca Nanni. Il Governo era rappresentato anche dal Prefetto Giovanni Russo. A portare la solidarietà delle altre Province piemontesi sono arrivati il presidente della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti e il consigliere rappresentante della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Damiano Delbarba. “E’ la prima volta che una protesta come questa parte dal basso – ha detto Vercellotti – e siamo qui per sostenere la nascita di un movimento che venga dalla gente. Le Province di Cuneo e Vercelli sono quelle meno in crisi rispetto alle altre Province piemontesi eppure è evidente il disallineamento insostenibile che si è venuto a creare tra risorse e servizi”. “Soffriamo anche di lentezze burocratiche – ha aggiunto Delbarba – ma non è un problema politico o amministrativo, bensì algebrico perché abbiamo sempre meno fondi; i prelievi statali sono uno scandalo”.
Dal palco l’intervento di alcuni sindaci a nome di tutti. Marco Perosino, sindaco di Priocca e consigliere provinciale ha parlato di un vero e proprio esproprio di 15 milioni di euro da parte dello Stato sul gettito provinciale dell’imposta di trascrizione e Rc auto: “Non avremo più i fondi per far funzionare i servizi, soprattutto strade e scuole”. Laura Lacopo, sindaco di Elva: “Abbiamo due strade per raggiungere il nostro comune. Una sta cedendo un po’ per volta e l’altra è già chiusa per la grossa frana che l’ha bloccata alcuni mesi fa. Non si possono togliere i soldi ad una provincia di montagna come la nostra, cosa faremo quest’inverno?” “La nostra è una protesta concreta, sobria, ma non vogliamo essere presi in giro”, ha rincarato il collega Ivan Borgna, sindaco di Albaretto Torre e vicepresidente dell’Unione dei comuni dell’Alta Langa. “Noi siamo abituati ad adeguarci alle cose che non vanno, abbassando l’asticella. Ora basta. Dobbiamo alzarla perché è un nostro diritto”. Roberto Passone vicepresidente dell’Unione Langa del Barolo: “Nelle nostre aree marginali costa di più fornire i servizi che altrove, non possiamo essere penalizzati. Le strade sono disastrose, ma è ben più grave se si perde il legame con la popolazione che già si sta indebolendo”. Giancarlo Panero sindaco di Verzuolo: “Lo Stato è qui, in questa piazza, siamo noi. Si sta rompendo il patto sociale con i Comuni, stanno uccidendo la fiducia nella politica. Propongo un’intesa Comuni-Provincia così che nessuno perda il posto di lavoro. E’ troppo facile fare i tagli alla spesa dei Comuni; partiamo piuttosto da Roma”. Il sindaco di Ormea Giorgio Ferraris: “Siamo preoccupati per i Comuni, ma anche per la Provincia. La riforma può essere giusta o sbagliato, ma tutto ha un limite”. Al termine è intervenuto anche il dirigente dell’Istituto Alberghiero Donadio di Dronero Claudio Dutto: “Quella che vediamo non è la “buona scuola” di cui tanto si parla. Grazie ai dipendenti della Provincia che da anni lavorano con noi, ma non possiamo continuare a usare contributi scolastici per le manutenzioni che spettano all’ente”.
I sindaci hanno consegnato al Prefetto una lettera con le criticità del proprio Comune, a partire dalle carenze manutentive e i dissesti sulle strade, i problemi degli edifici e dei trasporti scolastici, il servizio idrico, i dissesti idrogeologici, oltre a un elenco dei tagli subiti in cinque anni e alle somme che non ha potuto spendere per il patto di stabilità. Il 2 giugno nuova protesta in tutt’Italia organizzata dall’Anpci (Associazione nazionale Piccoli Comuni) con la presenza silenziosa dei sindaci davanti alle Prefetture.