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Cuneo incontra i rifugi alpini: in mostra fino al 7 giugno | Questa sera inaugurazione ufficiale. Un viaggio nel tempo lungo la storia della costruzione di rifugi e bivacchi

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Dopo 27 tappe la mostra itinerante “Rifugi alpini ieri e oggi. Un percorso storico tra architettura, cultura e ambiente” approda anche a Cuneo, nell’atrio del piano superiore del Palazzo comunale, dove sarà allestita dal 31 maggio al 7 giugno, nell’ambito delle iniziative legate al Cuneo Montagna Festival 2015.

La rassegna, curata dall’associazione culturale Cantieri d’alta quota, attraverso 64 teli di grande formato ripercorre nel tempo e nello spazio alcune tappe fondamentali della storia della costruzione dei rifugi e bivacchi sull’intero arco alpino, con una sequenza di suggestive immagini d’epoca e disegni, affiancati da recenti foto a colori d’autore.

 

L’inaugurazione della mostra (domenica 31 maggio alle ore 18) sarà introdotta da Luca Gibello, storico e critico di architettura, caporedattore de “Il Giornale dell’Architettura” ma anche appassionato alpinista, autore di “Cantieri d’alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi” (Lineadaria editore, Biella 2011, volume tradotto in francese e tedesco dal Club alpino svizzero che secondo la prefazione di Enrico Camanni è il «primo serio tentativo di scrivere la storia dei rifugi alpini»), nonché fondatore, nel maggio 2012 (insieme a Roberto Dini, architetto e ricercatore presso il Politecnico di Torino, e a Giorgio Masserano, fotografo amatoriale e graphic designer), dell’omonima associazione culturale Cantieri d’alta quota, che ha per obiettivo quello di incentivare la ricerca, divulgazione e condivisione delle informazioni storiche, progettuali, geografiche, sociali ed economiche sulla realtà dei punti d’appoggio in alta montagna, luoghi “estremi” per eccellenza. L’associazione intende porsi come osservatorio e piattaforma d’interscambio per tutti coloro che operano in montagna, così come per coloro che la frequentano. “Tra le principali motivazioni che hanno portato alla sua costituzione – spiega Luga Gibello – vi è la consapevolezza che, al di là della loro primaria funzione di punto d’appoggio per l’accesso e la frequentazione dell’alta montagna, queste costruzioni costituiscono un importante patrimonio dal punto di vista storico e culturale che merita di essere a tutti gli effetti annoverato tra le eccellenze architettoniche e paesaggistiche del Novecento. Le “storie” che caratterizzano la realizzazione di tali strutture sono l’intreccio di una pluralità di aspetti quali le origini della committenza, le modalità di gestione delle strutture, la storia dell’alpinismo, le culture tecniche e architettoniche, le vicissitudini sociali e politiche delle nazioni e delle culture locali.

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