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Torneo delle Regioni 2015: Dal caldo torrido alle lacrime di Lombardi, ricordi di una grande esperienza

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C’erano l’Expo e la finale di San Siro a fare da sfondo. C’era soprattutto la voglia di riscattarsi dopo il disastro del Friuli, quando una sola rappresentativa arrivò alla seconda fase. Stimoli ed incentivi a cui il Piemonte ha subito risposto “presente”, portando a termine un Torneo delle Regioni 2015 esaltante. È stata una settimana intensa, per i protagonisti in campo e per noi, giornalisti sparring partner, ma anche ricchi di emozioni che resteranno nel cuore di chi le ha vissute.

 

Ho io l’onore di raccogliere in poche immagini quello che è stato di questa folle settimana, passata a rincorrere campi di calcio tra il milanese, Brescia, Bergamo e dintorni. Troppo banale, a mio modesto modo di vedere (lo so, il giornalista dovrebbe essere obiettivo ed esterno, ma lasciateci passare qui un minimo di scelta soggettiva), raccontare di quel che è stato passo dopo passo, giorno dopo giorno, partita dopo partita. Troppo ampio e nello stesso tempo distaccato sarebbe un elenco di questo tipo. Meglio scegliere tre immagini (riassumo in tre, il numero perfetto, ma la lista sarebbe più ampia) per descrivere il Torneo delle Regioni 2015.

 

La prima cartolina spedita dalla Lombardia ha sopra impresso un numero: due. Due, come le squadre piemontesi non approdate alla fase ad eliminazione diretta. Due che nasconde complementariamente un quattro, che sono invece le compagini entrate tra le prime otto delle loro rispettive categorie. Un buon numero, un grande passo avanti dopo il misero “uno” tenuto in piedi lo scorso anno dalle sole ragazze del Femminile a undici. Avrei potuto dire quattro ma non avrebbero avuto lo spazio che effettivamente meritano le due squadre, le rappresentative di calcio a 5, che hanno visitato l’Expo da eliminate. Due gruppi, ventiquattro ragazzi, che mai come quest’anno ci hanno fatto sognare, vittime del loro personalissimo Truman show. Già, perché come per il protagonista del fortunato film di Peter Weir il movimento futsal piemontese sembrava essere guidato dall’alto da una mano illusoria e quanto mai crudele, che faceva ciò che voleva del suo destino: maschile eliminato dopo una partita folle con la Toscana (due espulsi) ed una sconfitta all’ultima gara quando ci si sarebbe aspettati il colpo del ko dei sabaudi; femminile spedito a casa nemmeno per differenza reti, ma solo per lo strano gioco dei gol fatti, spettatore della sua eliminazione nel clamoroso 4-3 tra Toscana e Basilicata. Sfortuna, certo. Ma resta la sensazione di avere ritrovato un movimento, capace anche di centrare il primo storico successo in rosa, con il 3-2 delle ragazze di Nicola Caprio contro la Toscana.

 

La seconda immagine è afosa. Il caldo. Quel caldo che ti taglia le gambe, ti rende debole e ti impedisce di giocare. Il Torneo delle Regioni 2015 verrà anche ricordato per questo: una delle settimane più calde dell’intera annata. Il giusto contorno per rendere più mitica l’impresa dell’atleta, un po’ come si disse un anno fa del Mondiale brasiliano. Fatte le dovute proporzioni climatiche e sportive rispetto a quell’evento, certo è che poche delle ragazze di mister Barbierato dimenticheranno l’eliminazione patita contro la Lombardia ai quarti, sotto un cielo da 35 gradi suonati, con svenimenti in campo e fuori ed un contesto quasi bellico. Il vero senso dello sport raccolto in quella fatica ed in altre gare, raccontate da noi nel caldo torrido in tribune di provincia milanesi.

 

La terza immagine, la più bella, è già storia. Sono le lacrime di Diego Lombardi, che rimandano alle mani al cielo di Nicola Caprio, inginocchiato dopo il successo sulla Toscana. Il secondo ha centrato la prima vittoria per una rappresentativa femminile di calcio a 5 ma ha mancato il pass per i quarti, il primo, invece, ha riportato il Piemonte Allievi là dove meritava, ad una finale del Tdr. Le sue lacrime sono di gioia, per una volta. Perché il calcio è anche questo: sacrificio e fatica, anche tra gli allenatori, fino alla liberazione del successo. La giusta risposta dopo le critiche al settore tecnico dello scorso anno. Gli Allievi sono stati certamente la compagine più bella di questo torneo piemontese, giocato con un bel calcio e tante ottime individualità (Armando, Maci, Bersanetti, solo per citare un giocatore per ruolo). È mancata la ciliegina sulla torta, quel successo che avrebbe procurato alla Lombardia il suo “San Sirazo”, tanto per continuare a ricordare il Mondiale dello scorso anno, e al Piemonte un dieci in pagella. Così non è stato, con la Lombardia ormai migliore nemica dei nostri, ad eliminarci per la quarta volta in due anni, ma poco male.

 

Questo resta e siamo certi che tutti, compresi noi addetti ai lavori, siamo usciti con qualcosa di nuovo nel nostro bagaglio di esperienze. C’è chi non è arrivato all’Expo per un soffio (pur visitandone le tante bellezze). Chi è arrivato fino a San Siro, scrivendo la storia nel caldo torrido. Chi nel caldo torrido ha abbandonato le proprie speranze. C’è Bordone, che come Di Biagio a Francia 1998 faticherà a dimenticare il rumore assordante della traversa che ribatte il suo calcio di rigore in semifinale. C’è Taurisano, che rimpiangerà di aver sfogato il suo nervosismo contro un avversario friulano ai quarti e non sul campo. Il calcio dà gioie e dolori ma insegna a tutti. Anche a noi che, nell’afa lombarda, abbiamo giocato la nostra partita, sperando di avervi fatto vivere al meglio le emozioni di questo torneo (che emozione la radiocronaca a San Siro).

 

Carlo Cerutti

 

In foto gli Allievi del Piemonte in Finale a San Siro (Foto Ideawebtv.it)

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