Con una produzione nel 2014 di circa 85.000 tonnellate, ossia l’11% del totale globale, l’Italia si colloca al secondo posto nella classifica della produzione corilicola mondiale.
Al primo posto c’è la Turchia, che controlla il 68% dell’offerta e che conta di aumentare ulteriormente la propria produzione. Sono solo alcuni dei dati emersi nel convegno “Nocciolo, economia di un territorio” che si è svolto ieri, sabato 13 giugno, di fronte ad oltre 650 imprenditori agricoli e operatori del settore al PalaExpo di Cherasco. A organizzare anche questa seconda edizione del convegno, sempre più punto di riferimento nazionale in materia di corilicoltura, è stata la Confagricoltura di Cuneo, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor.
Ad aprire il confronto ci ha pensato il presidente Oreste Massimino: “Il nocciolo non è più una coltura marginale, ma di primo piano per il territorio cuneese e piemontese, in grado di garantire economia e occupazione, grazie anche alla forte domanda che proviene dall’industria dolciaria”.
Dopo i saluti dei presidenti Pier Paolo Bertone (Ascopiemonte) e Lodovico Cogno (Asprocor), del sindaco di Cherasco, Claudio Bogetti, e del deputato Mino Taricco, è toccato a Giuseppe Russo, presidente della FNP Frutta in Guscio di Confagricoltura, fare il punto sulla stato attuale del settore e a mettere in luce opportunità e criticità future: “Considerato il trend positivo dei consumi, sarebbe auspicabile l’incremento delle superfici produttive, sia nei territori delle aree storicamente vocate che in quelli che potenzialmente potrebbero diventarlo – ha detto -. Il nostro Paese ha bisogno, tuttavia, di definire una strategia nazionale che tenga conto dell’evoluzione del settore.
Ora più che mai è necessario un coordinamento che sia in grado di dare un indirizzo chiaro e che coinvolga tutta la filiera: dalle imprese agricole, a quella della trasformazione, dal mondo della ricerca, ai vivaisti, fino alle Regioni, anche in vista dell’apertura dei bandi dei PSR”.
A seguire è intervenuto l’eurodeputato Alberto Cirio, che ha richiamato i produttori a proseguire lungo la strada della qualità, auspicando la possibilità di indicare chiaramente da dove provengono le nocciole. Dopo di lui ha preso la parola l’ospite più atteso: il turco Nizamettin Doğan Güner, della Direzione Generale Export del Ministero dell’Economia, che ha sottolineato come, nonostante la produzione di nocciole turche nel 2014 sia stata fortemente compromessa dalle gelate primaverili, nel suo Paese “oltre 5 milioni di persone lavorano nel settore corilicolo e il Governo presta grande attenzione all’evoluzione del comparto, tanto che nei prossimi otto anni conta di portare a 350.000 tonnellate l’export di prodotto sgusciato”.
Nadia Valentini, del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha poi presentato un interessante studio sui costi di gestione del noccioleto in base alla sua superficie, prima di lasciare la parola al viceministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero: “È fondamentale il confronto costante con i produttori – ha dichiarato il rappresentante del Governo –; il nocciolo riserva oggi grandi opportunità, ma serve cautela. Bisogna puntare a una crescita progressiva del comparto per arrivare ad avere stabilità”.
Gli interventi conclusivi sono stati di Fabio Piretta (Ferrero Hazelnut Company – Project Manager) e Giacomo Bianchi (Ferrero Trading Lux – Purchasing Department), che hanno messo in luce la forte richiesta di nocciole da parte della multinazionale albese (ogni 10 anni raddoppia il fabbisogno di nocciole per i suoi prodotti), ma c’è bisogno di qualità, quantità e tracciabilità. A loro il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio nel chiudere i lavori ha confermato “la disponibilità del mondo produttivo a consolidare le relazioni commerciali in atto, al fine di giungere a una migliore integrazione dei rapporti di filiera, nell’interesse dei produttori, dei consumatori e dell’economia del territorio”. La mattinata si è chiusa con un aperitivo e il ‘porte aperte’ presso l’azienda Chianchia.